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2019/06/28

Alla ricerca del sentiero perduto - come orientarsi tra boschi, colline e sentieri montani

PEDALANDO ALLA RICERCA DEL SENTIERO PERDUTO.

Ricordi e suggerimenti pratici sulla “navigazione” in fuoristrada, dalle Mappe Militari alle più moderne tecnologie per navigare in sicurezza nei sentieri con la gestione ottimizzata dei “WayPoints”.

C’erano una volta, tanto tempo fa, alcuni avventurosi ciclisti in sella a primordiali biciclette con le ruote tassellate, che si avventuravano in zone sconosciute. Obiettivo ambizioso ed a volte irrealizzabile: cercare un passaggio particolare, un sentiero nascosto, raggiungere un passo alpino, una spiaggia, insomma un luogo lontano da traffico e sentieri molto frequentati, una meta “speciale” sentita in un bar, oppure semplicemente la voglia di avventura ed il gusto di aprire una mappa e dire, voglio arrivare proprio lì!

Ai tempi non c’era l’Euro e nemmeno gli Smartphone, quindi non c’erano GoogleMaps, Runtastic, Garmin, Strava, Orux Maps, etc… Non c’erano nemmeno le mappe delle agenzie di turismo, che oggi abbondano di informazioni per il turismo Outdoor.

Allora il metodo migliore, ma anche aimè costoso, era comperare nelle librerie convenzionate le mappe militari, le uniche che tracciavano con una buona dovizia di particolari i sentieri. Il costo di ogni quadrante, aimè di pochi chilometri, era di diverse migliaia di Lire, quindi la spesa era davvero importante e ricordo che ne avevo comperate ben tre di cui due nella zona di Finale ed una dell’Elba.

Quindi, finalmente dotati di mappa, matita, tempo e pazienza, ci si avventurava in mezzo alla natura, PEDALANDO ALLA RICERCA DEL SENTIERO PERDUTO. Vi domando: avete mai provato, in un bosco, in assenza di chiari riferimenti visivi (come la cima di una montagna o un torrente) ad aprire una cartina geografica e capire dove siete senza l’ausilio della posizione GPS del vostro Smartphone? Beh, credetemi è veramente una impresa, altro che Harrison Ford!  Non ci dilunghiamo su questo aspetto e vi rimandiamo se siete appassionati di Orienteering ai siti specializzati, oppure vi reindirizziamo a questo sito specifico per i viaggi in bici Bikeitalia: come si legge la carta geografica da cui abbiamo anche preso in prestito la foto.

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Oggi, grazie ai vantaggi dell’età avanzata, passo molto più tempo in bicicletta per sentieri di quanto ne passavo allora, ma è una assoluta rarità trovare qualcuno con in mano una mappa cartacea, siamo tutti “navigator dotati”, sia esso uno strumento specifico, come Garmin, Bryton, Polar, Sigma, Wahoo, etc… oppure uno smartphone su cui sono disponibili tantissime applicazioni specializzate. Il mondo è cambiato, ma il gusto ed il piace di PEDALARE ALLA RICERCA DEL SENTIERO PERDUTO sono rimasti intatti.

Oggi la vera discriminante è disporre della traccia GPX, infatti quando in un social network posti un bel giro in bici e qualche foto panoramica, il commento più frequente è sempre il solito: “…bel giro, mi passeresti la traccia…”.   Ora se sei in possesso della traccia GPX, buon per te e puoi passare al successivo paragrafo, Guidare seguendo una traccia GPX con il Telecomando, altrimenti seguono alcuni suggerimenti utili per imparare a crearti una traccia affidabile.

Come ottenere la traccia GPX.

Le informazioni non mancano: qualunque ufficio turistico, albergo, campeggio, associazione ciclistica locale, ci fornirà delle mappa cartacee dei principali sentieri (per definizione mai aggiornate), ma anche la possibilità di scaricare dal loro sito delle tracce GPX, oppure anche la ricerca Google con nome della località e “traccia GPX” dà ottime soddisfazioni. In aggiunta alle informazioni generiche degli enti locali oggi siamo pieni di Applicazioni, ne citiamo solo alcune, perché le conosciamo meglio e ci scuseranno quelli che non vengono citati.  Abbiamo:

  • Wikiloc: fornisce un dizionario di percorsi caricati dagli stessi ciclisti o camminatori.  Per ogni percorso sono riportate le tracce gpx, l’altimetria, commenti e recensioni. Wikiloc è ottimale se si vuole ripercorrere quanto fatto da altri.
  • Trailforks: sono censiti i sentieri più famosi.  E’ una delle applicazioni di riferimento per chi utilizza le MTB. Con questa applicazione è possibile conoscere lo stato dei sentieri, vedere l’inizio e la fine di un tratto, approfondire le caratteristiche di difficoltà, altimetria e “vocazione” del sentiero stesso.
  • Garmin Connect: con la possibilità di avere mappa e percorsi della comunità degli utenti Garmin, con però l’indirizzo specifico per chi usa i navigatori Garmin.
  • Strava: l’applicazione degli “scalmanati” per eccellenza, che memorizza i tempi di percorrenza dei principali sentieri (detti segmenti) e li confronta con tutti coloro che hanno fatto lo stesso segmento negli anni precedenti o nello stesso giorno, il tutto diviso per età, categoria, etc. I KOM e i QOM (King e Queen of Mountain), cioè i tempi migliori del segmento, sono ambitissimi e scatenano feroci discussioni e litigi fra coloro, troppi, che ne fanno letteralmente una malattia.
  • ViewRanger: tramite la “realtà aumentata” della funzione Skyline identifica all'istante ciò che ti circonda fino a 37 KM di distanza. Inquadrando con il telefono il profilo di una montagna, lago o località riconosce oltre 9 milioni di luoghi.
  • Ricordiamo anche il sito Openmtbmap dove è possibile scaricare mappe offline da utilizzare su smartphone e PC

Nonostante tutta questa enorme “eredità” di mappe e file GPX pronti da utilizzare, capita che si voglia fare un giro inedito o modificare un giro fatto da altri ed allora iniziano le difficoltà!

La realizzazione del GPX del nostro giro inedito.

Nella realizzazione di un giro inedito ci sono una serie di parametri da tenere in considerazione, tra cui: la meta o le mete da raggiungere, i km totali, il dislivello totale, il tempo di percorrenza, le soste, il luogo di partenza e come ritornarci;  quindi, per quanto supportati dalla moderna tecnologia, dobbiamo mettere in preventivo qualche ora di lavoro.

I nostri suggerimenti nella realizzazione di un GPX inedito non vogliono assolutamente sminuire altri metodi, ma sono solo un esempio e sono indirizzati soprattutto a chi vuole fare dei trails specifici realizzati apposta per Gravity, Enduro, MTB.   Il metodo che usiamo noi prevede l’utilizzo, contemporaneo o in sequenza, di addirittura tre applicazioni ed è un po’ maniacale, dato che normalmente ognuno ha la sua applicazione preferita, che a volte basta ed avanza, specialmente se si traccia una zona conosciuta.

Quindi accendiamo il PC ed iniziamo; noi in sequenza apriamo:

  • TrailForks; per ricercare sentieri e tratti censiti per nome
  • Strava; per identificare i sentieri non ancora censiti (l’unica applicazione da noi conosciuta che contiene questa utilissima funzione)
  • GPSies; che pur ottimo anche per disegnare l’intero percorso, è da noi usato solo per inserire i Waypoint:

La prima applicazione che apriamo è TrailForks, dove, indicando la località (nell’esempio Colazza) ci presenta una mappa complessiva ed il dettaglio dei sentieri censiti nella zona.  Posizionandosi sul sentiero o conoscendo il nome dello stesso nell’elenco a destra, riceviamo dettagliate informazioni sul tipo di sentiero e sulla difficoltà dello stesso, sulla percorribilità e sulle condizioni del terreno (fango, polvere, etc..). TrailForks può essere utilizzato anche durante la navigazione stessa per raggiungere l’inizio di un sentiero desiderato. Registrandoci, potremo anche contribuire segnalando le condizioni del sentiero stesso una volta che lo abbiamo percorso; sarà TrailForks stesso con un email a chiederci come abbiamo trovato il sentiero. NB: rispondere non è assolutamente obbligatorio, e se va tutto bene, nemmeno necessario, ma se per esempio troviamo una frana o piante cadute, aggiornando le informazioni facciamo un servizio di ottima utilità e sicurezza per tutti.

 

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Identificati i principali sentieri che vogliamo percorrere, passiamo alla fase di raccordo degli stessi e per questa fase normalmente utilizziamo Strava, di cui apprezziamo con grande soddisfazione la modalità HeatMap Globale che, oltre ai sentieri censiti, permette di vedere le “abitudini” di passaggio dei ciclisti nella zona.  Questa modalità quindi è perfetta anche per trovare sentieri nuovi che non sono ancora censiti da altre applicazioni. 

Se osservate sotto, l’immagine dello schermo di Strava, potete vedere le tracce di colore azzurro/viola che riepilogano lo storico del passaggio dei ciclisti e sotto la cartografia già censita. Spendete qualche secondo per approfondire questo aspetto, che vi salverà da brutte esperienze. Nella foto che riguarda sempre Colazza potete vedere che il sentiero E5 (facente parte di un censimento storico e da me percorso anche in moto circa 30 fà) non è sovrascritto da nessuna traccia Azzurro/Viola; questo vuol dire che al 99% esso è dismesso e non percorribile, come aimè ho scoperto proprio la scorsa primavera, quando passando di lì mi son detto “… ma io qui ci passavo ai miei tempi….”  ed allora giù per poi tornare su con la bici in spalla.  Analogamente, proprio da questa immagine, si vedono le sottili serpentine Azzurro/Viola che identificano uno degli ultimi trail (L’ezio) che non era cartografato fino a pochi giorni fa, ma oggi c’è anche lui su TrailForks.

Quindi, questa funzione Heatmap a noi piace tantissimo ed è il motivo principale per cui usiamo proprio Strava per tracciare i nostri giri:

 

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Alla fine del nostro lavoro di disegno del percorso, Strava ci restituisce un riepilogo dettagliato con altimetrie, chilometri e il tempo in movimento stimato per completare il percorso, informazione che Strava calcola sulle medie di percorrenza degli ultimi giri (valore questo da tenere giusto come riferimento, ma totalmente inattendibile e su cui non fare conto). Come potete vedere il percorso potrà essere condiviso ed esportato nei formati GPX e TCX.  Per esperienza rileviamo che il calcolo dell’altimetria è nella norma sovrastimato.