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2020/08/06

CONFRONTO FORCELLE MONOPIASTRA / DOPPIA PIASTRA ad ARIA o a MOLLA

La forcella è uno dei componenti fondamentali nel determinare il comportamento dinamico di una bicicletta e diventa basilare quando si tratta di una mountain bike. Con l'avvento delle biciclette elettriche, che hanno un peso quasi doppio rispetto ad una bicicletta tradizionale, la forcella ha acquistato un'importanza ancora più rilevante, in quanto la bicicletta elettrica ha un peso tale da avvicinarla alle caratteristiche di una moto, di conseguenza, mentre fino a pochi anni fa, quando di fatto le biciclette elettriche non esistevano sul mercato, la scelta cadeva quasi esclusivamente sulla forcella mono piastra ad aria, ora per le ebike, anche se non dedicate all’enduro spinto, si aprono scenari differenti.

E infatti, esistono diverse possibilità che si adattano alle esigenze dei singoli utenti, caratterizzando la dinamica e il comfort della bicicletta secondo i gusti e gli utilizzi personali. Ci sono sul mercato biciclette a pedalata assistita che già montano di serie forcelle a doppia piastra, ma c’è anche la possibilità di montare successivamente al primo acquisto forcelle mono piastra o doppia piastra a molla elicoidale oppure a steli rovesciati ad aria o a molla. Come vedete, le varianti sono tante e per non creare confusione ci limiteremo a confrontare le tre tipologie più in uso, a partire dalla mono piastra ad aria, poi la doppia piastra ad aria ed infine la mono piastra a molla. La nostra scelta è basata sul fatto che la maggior parte degli utenti di mountain bike elettriche non fa un utilizzo estremo del proprio mezzo, tuttavia ci sono molti utilizzatori che amano l’enduro e molti di questi provengono dal settore dell’enduro motociclistico o del motocross e quindi portano con sé il ricordo della tipica forcella motociclistica a doppia piastra ed elemento elastico a molla.

Andiamo ad esaminare una per una le tre tipologie di forcelle.

 

 

La forcella mono piastra ad aria rappresenta la soluzione maggiormente utilizzata, perché è senz'altro la soluzione più eclettica e meno pesante. I vantaggi di questa scelta tecnica risiedono essenzialmente nel fatto che la forcella può essere regolata con estrema facilità e senza soluzione di continuità nel precarico, rendendola più o meno sostenuta semplicemente variando la pressione dell'aria all'interno della camera dello stelo preposto ad elemento elastico. Inoltre, è quella che permette di avere il peso minore, ed ecco il motivo per cui questa è la soluzione praticamente universalmente utilizzata per le biciclette tradizionali, non a pedalata assistita, per le quali il peso rappresenta un parametro fondamentale, mentre per le mountain bike elettriche il peso è pure importante, ma comunque non così critico, dato il maggior peso totale.

Gli svantaggi della forcella mono piastra ad aria sono essenzialmente dovuti al fatto che per contenere la pressione dell'aria (che funge da elemento elastico) all'interno del gruppo stelo/fodero bisogna utilizzare guarnizioni di tenuta, che vengono compresse contro la superficie dello stelo, proprio per garantire la tenuta dell’aria compressa all’interno. Questo fatto aumenta la frizione dello stelo nei confronti della guarnizione e di conseguenza rende più difficile lo scorrimento dello stelo all'interno del fodero, da cui consegue che la forcella ad aria non potrà mai essere estremamente scorrevole ed assorbire con molta facilità le piccole asperità.

La forcella con doppia piastra permette di avere escursioni più abbondanti (normalmente da 180 a 200 mm) ed in questo modo permette di affrontare con maggior sicurezza ed efficienza percorsi molto accidentati. Nell’utilizzo, la doppia piastra (che di solito ha steli di diametro maggiore – da 36mm in su) rende la forcella più rigida e quindi con un miglior controllo della ruota sul terreno. Per il resto il funzionamento dell'aria come elemento elastico ci propone le stesse logiche, con vantaggi e svantaggi, di quella mono piastra.

Esaminando la versione mono piastra con molla elicoidale metallica, notiamo che questa presenta lo svantaggio del maggior peso dovuto alla molla che sostituisce l'aria (circa 250/300 gr in più), ma ha notevoli vantaggi dovuti alla ridotta frizione delle guarnizioni sullo stelo, in quanto le guarnizioni non devono contenere la pressione dell'aria e quindi si ha una differente risposta sulle piccole asperità, anche dovuta al fatto che la molla è molto sensibile alla basse compressioni e si indurisce man mano che aumenta l’escursione. La forcella ha una risposta dinamica differente e dà l’impressione di andare più facilmente a fondo corsa (ma è solo una impressione), senza risentire dell’attrito causato dalle guarnizioni compresse, quindi ottenendo una elevata scorrevolezza e una elevata sensibilità sulle piccole asperità.

Abbiamo messo a confronto le tre soluzioni tecnologiche su una Fantic 160.

La forcella mono piastra ad aria in comparativa (nel nostro caso una SR Suntour Durolux da 170 mm di escursione e steli da 36 mm, con steli lappati, accoppiata ad una ruota da 29” – vedi Suntour Durolux 36 Lippolis e anche DUROLUX 36-Boost-EQ) si è dimostrata molto valida ed ha sempre garantito un ottimo comportamento e un ottimo comfort, unito ad una eccellente capacità di assorbimento degli ostacoli presi con violenza.

 

 

Confrontando la mono piastra con la doppia piastra (nel nostro caso, una SR Suntour Rux 38 Boost da 200 mm e steli da 38 mm, accoppiata ad una ruota da 27,5” – vedi Suntour RUX38 Boost) il comportamento dinamico ed in particolare la maneggevolezza complessiva della bici è sostanzialmente simile. Quello che invece cambia, e parecchio, è la capacità di assorbimento degli ostacoli a bassa e alta velocità. La mono piastra ad aria con ruote da 29” permette una maggior facilità di superamento degli ostacoli alti sia in salita che in discesa e minori impuntamenti quando si va a basse velocità, risultando quindi in questa condizione più facile della doppia piastra. Ciò è dovuto al fatto che, avendo la doppia piastra un'escursione maggiore, ci sono maggiori trasferimenti di carico e quindi maggiore affondamento quando si affrontano gli ostacoli. In situazioni di bassa velocità questo comporta uno sbilanciamento verso l'anteriore ed un maggior movimento del corpo sia del ciclista che della bicicletta, rendendo la guida meno fluida. Quindi, in queste situazioni, paradossalmente, la maggiore escursione non è un vantaggio.  La doppia piastra invece si rivela essere più facile e anche più confortevole quando si aumenta il ritmo. A parità di velocità, sulle discese molto scassate la bicicletta resta decisamente più stabile e assorbe tutti gli urti senza scomporsi, garantendo una sicurezza di guida inarrivabile da parte della mono piastra ad aria. Come detto, la maneggevolezza a media velocità sostanzialmente non varia e la maneggevolezza nello stretto idem, a meno che non si debbano affrontare tornantini molto stretti, ove l'angolo di sterzo concesso dalla doppia piastra non permette di chiudere la curva. Tuttavia, in un utilizzo normale, su trail anche molto tortuosi, anche la doppia piastra non mette quasi mai in difficoltà sullo stretto.

La differenza di peso fra le due tipologie di forcelle c'è, ma sinceramente non si sente, anche perché quando si va forte l'avantreno un po' pesante aiuta nel rendere stabile il mezzo.

 

 

La forcella mono piastra a molla (nel nostro caso avevamo puntato sulla nuova FORMULA Selva C, ma in assenza del benché minimo riscontro dalla casa madre, ci siamo “accontentati” di una supercollaudata Öhlins RXF 36 da 160 mm di escursione e steli da 36 mm, accoppiata ad una ruota da 29” – vedi Ohlins rxf 36) rappresenta un compromesso molto valido in quanto, essendo estremamente scorrevole, garantisce un eccellente comfort e una impareggiabile facilità di assorbimento delle asperità, specie ad alta frequenza. I polsi e le braccia sono senz’altro i maggiori estimatori delle forcelle a molla! Nell’utilizzo, essa assomiglia di più ad una doppia piastra ad aria di maggior escursione regolata morbida, però garantendo angoli di sterzo più stretti, un miglior confort e una maggior facilità di guida sul lento.

In conclusione, cosa possiamo dire? Ebbene, tutte e tre le soluzioni sono valide, tutte e tre offrono vantaggi e svantaggi rispetto alle altre. La mono piastra ad aria è senz'altro la soluzione più eclettica, meno costosa e più leggera (tra l’altro, a breve metteremo alla prova una nuova forcella mono piastra con steli da 38mm, più consona al peso delle ebike). La doppia piastra piacerà sicuramente a chi proviene dalla moto, a quelli a cui piace andare forte e con estrema sicurezza sui percorsi da enduro. Piacerà anche a chi ha un peso elevato e quindi necessita di una maggiore escursione della ruota anteriore. E piacerà per la sua estetica così racing, molto accattivante! La forcella a molla è indubbiamente un compromesso molto interessante e a nostro avviso rappresenta in prospettiva forse la soluzione migliore per le biciclette elettriche, per le quali il peso in più non rappresenta alcunché di gravoso. In compenso, il comfort, la scorrevolezza e la piacevolezza garantita dalla molla elicoidale la rendono molto efficace nell’utilizzo e anche molto efficiente sui percorsi da enduro, così come sui percorsi all mountain, dove, alla fine della giornata e di un lungo giro, i polsi e le spalle ringrazieranno per il comfort garantito.

Purtroppo, mentre per le mono piastra e per le doppia piastra ad aria le soluzioni proposte dalle case costruttrici sono tante e variegate, per la soluzione a molla l'offerta è molto limitata, sebbene ci siano in vendita dei kit che permettono di modificare la forcella, togliendo le guarnizioni e i componenti necessari per la tenuta dell'aria e inserendo la molla nello stelo.

Noi ci auguriamo che sempre più case produttrici offrano prodotti studiati specificamente per le ebike e quindi auspichiamo che vengano presentate forcelle con canne di diametro maggiorato (qualcosa sta già avvenendo da parte di Fox e RockShox, con le nuove monopiastra ad aria con steli da 38mm) e con elemento elastico a molla elicoidale.

Mario Codecà

 

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