Anche se risale ad inizio anno, abbiamo deciso di pubblicare questa comparativa nell’intento di dare un servizio ai nostri utenti, che usano www.ebikefind.com per cercare anche e specialmente ebike di seconda mano e quindi gradiranno recensioni relative a modelli non recentissimi per potersi orientare nelle loro scelte.
La prova è stata possibile grazie alla cortesia dei fratelli Valenari, titolari del negozio Bici&Sport a Volano (TN) - Bici&Sport, che mi hanno messo a disposizione per un lungo tempo le due mtb a pedalata assistita.
Per poter testare a fondo le due ebike in prova, ho girato sia su sentieri tecnici, sia su percorsi più trail/all mountain, cercando di trovarne i punti deboli e quelli di forza.
Confesso che ero assai perplesso sulla valenza di una bici a pedalata assistita, anche a causa di una non felice esperienza di 3 anni fa (ma erano, ora lo capisco, altri tempi, altre tecnologie e... altre marche). E invece mi sono dovuto ricredere...
Entrambe sono biammortizzate, ma con significative differenze nelle geometrie (la Focus più in linea con le attuali tendenze - reach di 430, orizzontale di 602; la Giant più conservativa: reach di 392 e orizzontale di 590, entrambe in taglia M), nelle sospensioni, anche come escursioni (140 per la Focus e 160 per la Giant), nelle motorizzazioni (Shimano per la tedesca e Yamaha per la taiwanese) e nella sezione delle gomme (2,8" per Focus e 2,6" per Giant - la differenza sembra poca e ininfluente, e invece...).
Da un punto prettamente ciclistico le due bici sono pensate per biker e usi differenti: la Focus per chi ama fare giri anche lunghi e non disdegna anche qualche sezione tecnica; la Giant per biker più aggressivi che cercano sezioni tecniche e non disdegnano giri anche lunghi. Non è questione solo di escursione, ma anche di comportamento complessivo della bici sul tecnico, dove la sospensione Maestro di Giant si fa sentire eccome nel tenere schiacciato a terra il mezzo e la pur pregevole FOLD di Focus, appositamente progettata per questa generazione di bici, risente maggiormente in caso di frenata decisa col posteriore, irrigidendosi (ma, dicono gli esperti, ciò sarebbe tipico di questa famiglia di sospensioni: le monocross).
La differente destinazione d'uso delle due bici spiega a mio parere la scelta di sezioni differenti nelle gomme: quelle da 2,8" permettono infatti di passare sopra tutto, in salita come in discesa (e ciò aiuta non poco), ma di contro sono piuttosto letargiche a rispondere agli input di piega (e in questo caso non aiutano nemmeno i cerchi con canale interno da 40), per cui la precisione di guida del mezzo ne risente. Tutt'altro discorso per quelle da 2,6", senza contare che sono risultate decisamente meno scivolose (stessi percorsi a distanza di pochi giorni, stessa marca e modello di gomma e stessa pressione di gonfiaggio...).
Dal punto di vista "motoristico" ci sono analogie e differenze. Le prime consistono essenzialmente nella fluidità di erogazione e assistenza (con lo Yamaha di Giant però un pelo più nervoso nelle partenze, soprattutto in salita) e nel distacco immediato, ma mai brusco in caso di mezza pedalata. Le differenze: innanzitutto nella rumorosità, praticamente inesistente nello Shimano e decisamente più marcata nello Yamaha (non al punto da risultare fastidiosa, soprattutto quando intenti nelle sezioni più tecniche... ma avvertibile comunque, sì); poi nei livelli di assistenza - 5 per Giant e 3 per Focus - dove il passaggio soprattutto dal secondo al terzo livello (quello più spinto) del motore Shimano può risultare piuttosto brusco (ma qui interviene la possibilità di settare i livelli di potenza tramite un'app gratuita, che per Giant è prevista ma non ancora disponibile).
Dove Focus/Shimano vincono a mio parere a man bassa è nel cockpit: innanzitutto il display di Shimano è minimale ed essenziale, ma sempre ben leggibile e completo, avendo in una sola schermata tutte le informazioni realmente necessarie (velocità, livello di assistenza, consumo, potenza richiesta al motore) e, grazie alle sue dimensioni, è ben protetto dal manubrio. E in secondo luogo, avendo posizionato il tasto di accensione sul lato superiore dell'orizzontale, Shimano può permettersi di montare i comandi dei livelli di assistenza sul lato sinistro del manubrio esattamente come il manettino del deragliatore anteriore: le classiche due levette azionabili senza staccare la mano dalla manopola e distogliere lo sguardo dal sentiero, a tutto vantaggio della sicurezza, della rapidità e della fluidità d'azione.
Da un punto di vista di prodotto, sicuramente Focus ha inteso aprire una strada innovativa e a mio parere molto interessante, pensando di realizzare una bici con motore molto piccolo (cosa che le ha consentito di avere le stesse misure della sorella “muscolare”, la Jam non "2"!) e batteria completamente integrata nell'obliquo (tanto che una persona distratta e non del settore potrebbe anche scambiarla a prima vista per una bici “muscolare”), con in più la possibilità di aggiungere una seconda batteria, in tal modo, raddoppiando la potenza disponibile: da 378Wh a ben 756 (a mia conoscenza l'unica a offrire questi valori).
In conclusione, due bici splendide, per tipi di biker differenti, ma comunque entrambi "dal palato fino". A dimostrazione che le emtb iniziano a essere sufficientemente mature sia da un punto di vista tecnologico (non c'è più un solo motore, né uno solo "valido"), sia di prodotto (così come per una “muscolare”, anche le assistite si differenziano ormai per la destinazione d'uso, non essendo più sufficiente la sola differenza di tipo di propulsione).
Fabrizio Bertorino
Aprile 2018