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2020/10/27

FULGUR Mula con il nuovo POLINI E-P3 MX

FULGUR Mula  -   MY2021

Premessa: le nostre recensioni sono possibili grazie solo alla collaborazione di amici, appassionati o negozianti o aziende che ci mettono a disposizione le loro biciclette elettriche per testarle, in modo da condividere con voi le nostre impressioni, da utenti normali, senza velleità di professionalità o agonismo. Non veniamo pagati da nessuno e siamo liberi di scrivere quello che vogliamo, nel bene e nel male, senza vincoli.

FULGUR Mula: bella, ben rifinita e molto veloce

FULGUR Cycles (Fulgurcycles.it) è una giovane azienda artigianale, ubicata nel centro della Brianza, nata circa 8 anni fa dalla passione dei titolari Fulvio Canadelli e Fabio Gianetti. Entrambi i titolari sono da sempre appassionati di ruote artigliate, dapprima motorizzate con motori endotermici ed ora mosse dalla forza muscolare e dall’energia elettrica, ed è sulle e-mtb che alla fine hanno concentrato la loro attenzione, dopo essere passati attraverso la produzione di biciclette da enduro di altissima qualità, con cui hanno partecipato, e partecipano tuttora con successo, anche ai campionati del mondo. Come di consueto, visto che il target dei loro prodotti è molto alto e si qualificano come un atelier di alta sartoria ciclistica, anche nel caso delle biciclette mountain bike elettriche hanno puntato a qualcosa che faccia sognare gli amanti del bello. In questo senso ci sembra di poter paragonare la FULGUR alla PAGANI (https://www.pagani.com/it/) nel settore automobilistico: pochi pezzi di alta qualità, costruiti assecondando i desideri del cliente.

 

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Durante la nostra visita alla loro sede abbiamo potuto apprezzare la competenza e la cura con cui queste biciclette a pedalata assistita vengono progettate e costruite e abbiamo potuto toccare con mano la e-mtb di Stefano Passeri (una leggenda dell’enduro motociclistico – vedi: motosprint.corrieredellosport.it ), il quale, con i suoi 54 anni suonati si permette il lusso di essere attualmente secondo assoluto a pochi punti dal primo nella classifica del campionato Italiano di Enduro FMI e-mtb in sella ad una FULGUR Mula appunto, in compagnia del ben più giovane (solo 18 anni) Matteo Baruffi compagno di marca, che invece si è classificato primo nella prova mondiale italiana di Pietra Ligure. Insomma, lo avete capito, siamo in presenza di gente che quando era in moto “apriva la manetta” ed ora gode di questi meravigliosi giocattoli elettrificati!

 

Equipaggiamento

La FULGUR (da “folgore”) Mula (da “mulattiera”) è una bella bicicletta disegnata secondo i canoni attuali, che esigono l’integrazione totale del motore come gradevole fattore stilistico non invasivo e della batteria, inserita nella sezione obliqua del telaio. In questo caso l’operazione è molto ben riuscita, per cui la FULGUR presenta una linea assai pulita (grazie anche alla colorazione, un po’ meno alla grafica delle scritte, decisamente sottotono), sufficientemente leggera alla vista (il tubo obliquo che integra la batteria non è eccessivamente grande), pur dando una piacevole sensazione di robustezza.   

 

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Nell’osservarla, la prima impressione è quella che questa ebike è stata disegnata per andare forte, e lo si vede dalla forcella piuttosto aperta, dal telaio sviluppato in lunghezza e dalla componentistica di altissimo livello. Immediatamente dopo si apprezza la qualità costruttiva, a cui contribuiscono l’impeccabile verniciatura, la cura nei dettagli (veramente raffinato è il paracatena stampato in acciaio inox inserito nell’ansa del forcellone) e le raffinatezze tecnologiche.

E veniamo alla componentistica di questa Mula in versione top di gamma, però prima dobbiamo precisare che la Mula viene offerta in tre allestimenti suggeriti, ma il cliente, accompagnato dalla assistenza dei tecnici della casa che lo affiancano e consigliano nei desideri e nelle scelte finali, si può fare allestire la propria ebike secondo i propri gusti, anche andando a scegliere componenti al di fuori della gamma standard, per cui la descrizione della componentistica montata sulla bici in prova ha un valore relativo. Come dicevamo poc’anzi: una vera sartoria artigianale, che ti produce l’abito su misura secondo i tuoi gusti!

Le componenti base, su cui non c’è scelta, sono telaio e motore.  Il pregevole telaio è costruito in fibra di carbonio, incluso il massiccio carro posteriore, su specifiche e disegno FULGUR; è molto slanciato, ben rifinito e si raccorda perfettamente con il motore.

Il motore POLINI E-P3 MX, evoluzione in senso fuoristradistico del precedente E-P3 (che abbiamo provato nel test della PEDRONI E-Pard – vedi: Vai al test) si distingue dagli altri prodotti sul mercato per la lubrificazione in bagno d’olio ed è un gran bel motore, molto compatto e performante. La batteria – per ora solo da 500Wh- è inserita nel lato superiore ed è protetta da un coperchietto che reca una guida per ospitare il portaborraccia o una batteria supplementare. Le pedivelle sono da 165mm di lunghezza.

 

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In questo caso, la forcella è una ÖHLINS RXF 36 con corsa da 160 mm, bella da vedere ed efficace da usare.

La sospensione posteriore, con ammortizzatore ÖHLINS TTX 22 Air, con regolazione ritorno alte velocità e regolazione compressione alte e basse velocità, è una classica a quadrilatero con escursione di 160 mm, robusta e molto ben costruita, con snodi di pregevole qualità. 

Le ruote hanno pneumatici MICHELIN Wild Enduro da 29”x2,4” ant. e 27,5”x2,6” post., montati su cerchi DRC Big Foot e Big Hit enduro (30mm anteriore e 27mm al posteriore) e mozzi DAMIL ricavati dal pieno, molto robusti e con cuscinetti sovradimensionati.   In questo caso, per il reparto frenante ci si è affidati ai FORMULA Cura 2 (scelta un po’ controcorrente, ma tutt’altro che irragionevole, di cui parleremo più avanti), sia per le pinze che per i dischi (che sono a misura secondo le richieste del cliente).

 

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Il cambio è il solito SRAM GX a 11 velocità di cui tutti già conoscono le caratteristiche.

Il manubrio, della larghezza di 780mm, ospita tutti i comandi (tra cui il piccolo display sulla sinistra, facile da usare, tranne che per il comando walk) in modo molto razionale.   La sella ha un reggisella telescopico da 150 mm di escursione, ma anche qui è possibile ordinare uno dalla escursione ottimizzata in base all'altezza dell'utente.

Utilizzo

Siamo andati a provare questa bicicletta nella zona di Colazza dove ci sono sentieri che conosciamo molto bene e che frequentiamo spesso; nella prova sul campo, come al solito, ci siamo alternati alla guida per avere un confronto diretto anche con le nostre biciclette personali che sono nell'ordine una FANTIC decisamente “kittata” specialmente nel reparto sospensioni (vedi: Vai all'articolo ), una SPECIALIZED S-Works (vedi: Vai all'articolo  ) e una ORBEA Wild FS (vedi:  Vai all'articolo ).

 

Ebbene, tutti i tester hanno avuto le medesime sensazioni: appena si sale in sella la “Mula” restituisce una sensazione di famigliarità, come se si avesse tra le mani una e-bike con la quale si sono già percorsi molti chilometri, la facilità e la naturalezza con cui già dalla prima discesa spingiamo al massimo sono l'evidente risultato della sicurezza che trasmette. Non è solo un effetto placebo, e la dimostrazione della veridicità di questa sensazione l'abbiamo avuta a fine giro, quando dai report di Strava ci accorgiamo di avere realizzato il nostro miglior tempo, rispetto alle 24 volte che avevamo già percorso e memorizzato i tempi sullo stesso trail. Questa prestazione ci ha veramente sorpreso in positivo considerando che: non conoscevamo la bicicletta, e che il terreno era leggermente viscido, e quindi il risultato è di assoluta rilevanza. 

Se vogliamo fare un paragone con alcune delle biciclette da noi testate in precedenza, possiamo dire che sembra di essere su una Giant Reign, in quanto è piuttosto lunga come telaio (ha esattamente lo stesso Reach), che non fa rimpiangere la Fantic ed il suo sofisticato (aftermarket) reparto sospensioni in quanto a stabilità e sicurezza sullo scassato veloce, nello stesso tempo risulta agile almeno quanto una S-Works rispetto alla quale pesa persino meno. D'altra parte, le geometrie sono un mix delle tre ebike appena citate e quindi si tratta di una EMTB efficace, facile, sicura, veloce, leggera e molto divertente da guidare, sia sullo stretto che sul veloce. Inoltre, si è dimostrata notevolmente bilanciata sui salti.  In generale, belle sensazioni!

 

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Alcune note: ci hanno sorpreso i freni FORMULA Cura 2, che quanto a potenza frenante, modulabilità e silenziosità, ci sono sembrati persino superiori agli ottimi Cura 4, avvalorando quanto sostenuto dai tecnici della FULGUR durante il set up mattiniero della bici.

Abbiamo trovato ottime le coperture Michelin specialmente nella percorrenza in curva e nelle staccate al limite dove nonostante un terreno in alcuni punti insidioso non abbiamo mai avuto problemi di tenuta.

 

Oltremodo soddisfatti delle prestazioni ottenute in discesa, dopo un paio di risalite su sterrati facili ed agevoli dove ci siamo sbizzarriti a capire l'erogazione dei 5 livelli di assistenza del motore, abbiamo deciso di mettere alla prova le caratteristiche di scalatrice della MULA affrontando la “Direttissima eBike”, un sentiero decisamente impegnativo sia per il tipo di fondo che per le pendenze, ci sono sassi smossi, tratti al limite del ribaltamento, difficili passaggi su radici, gradoni e rocce. In questo caso la curiosità era più che altro concentrata sul motore, in quanto, vista la geometria del telaio, eravamo quasi certi, come poi è stato, che il reparto ciclistico avrebbe garantito una buona pedalabilità e una buona capacità di superare impegnativi percorsi in salita senza particolari problemi, ed in effetti proprio la potenza del motore e la fluidità con cui la eroga ci hanno nuovamente piacevolmente sorpreso.

 

Avendo provato in precedenza il POLINI E-P3 sulla PEDRONI E-Pard (vedi: Vai all'articolo)  non avevamo dubbi circa il feeling di pedalata e la capacità di spingere bene e con naturalezza, anche in ripartenza e in condizioni di scarsa aderenza, tuttavia le aspettative create da questa nuova versione del motore POLINI erano veramente tante.

L'incremento di coppia di questo nuovo motore Polini, lo abbiamo avvertito subito dalle prime pedalte, la spinta infatti è corposa e fluida, ma onestamente non eravamo preparati al fatto che questo motore fosse così potente. 

 Già dal quarto livello di assistenza la spinta garantita dal motore è veramente entusiasmante, per diventare “esuberante” con il quinto livello, sino ad oggi questo è il motore più potente che abbiamo provato. 

Non era silenzioso il Polini EP3 e non lo è nemmeno questo nuovo MX, il motore sibila e viene da dire che “fischia” , è un rumore diverso da quello cui ci avevano abituati alcuni motori eBike di prima generazione questa è una frequenza più acuta, meno “frullatore” e più “cinquantino” è un suono che accompagna la pedalata anche alle basse assistenze e cresce con la potenza erogata.

 

C'è da dire però che il motore e bicicletta che ci hanno consegnato erano “nuovi di pacca” ed abbiamo notato che già a fine test, dopo qualche ora di utilizzo, il rumore era calato d'intensità. Probabilmente un rodaggio più lungo porterà ad una maggior silenziosità, un po’ come succede per lo YAMAHA PWX.

 

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Per noi (anche chi ha scelto diversamente per la proria eBike personale) il motore migliore sul mercato è sempre stato il BROSE, sia nelle prime versioni che nell'ultima S Mag, sia come piacevolezza di pedalata, che come spinta, assistenza in salita e silenziosità, ed anche per la disponibilità di software accessorio di personalizzazione; però questo POLINI E-P3 MX ha letteralmente sverniciato sia la FANTIC (Brose S Mag), che la ORBEA (Bosch CX 4) quindi si pone come protagonista assoluto, almeno fra chi cerca la prestazione pura.

Tornando alle caratteristiche del motore Polini, abbiamo anche notato che i 5 livelli di assistenza (che possono essere modificati tramite un collegamento con il PC) sono adesso perfettamente in sintonia con le necessità della pratica del fuoristrada, cosa che invece non era nel precedente motore, inoltre a breve dovrebbe essere resa possibile la parametrizzazione delle assistenze tramite APP sullo Smartphone.

 

Buone notizie anche sul lato consumi dove con il precedente Polini EP3 avevamo sollevato non pochi dubbi.

Nella nostra prova, in cui abbiamo consumato fino all'ultimo watt della batteria con un ora conclusiva in cui ci siamo cimentati in un economy run per tornare alla base, abbiamo verificato che consumi sono stati in linea con quelli delle altre biciclette elettriche che ci accompagnavano nella prova; anche su questo lato POLINI ha effettuato un buon lavoro, riducendo i consumi, che invece ci erano apparsi eccessivi nella versione precedente. La batteria da 500 Wh è un po’ limitante, più a livello marketing che nella realtà,  ma già oggi è possibile installare al posto della borraccia una batteria supplementare da 250 o 380 Wh sfruttando un apposito connettore già previsto di serie, quindi senza problemi di invallidare la garanzia, come invece avviene con altri motori. E poi, tra non molto, saranno disponibili batterie originali di maggior capacità ed a quel punto la sfida con la concorrenza sarà davvero stimolante.

 

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Conclusioni

Da quello che avete letto finora, vi risulterà abbastanza evidente il fatto che questa mountain bike elettrica ci è proprio piaciuta! Siccome si parla di una bicicletta frutto della passione italiana, ci piacerebbe tanto vederne e provarne una con sospensioni marchiate Marzocchi o Formula o EXT Extreme Racing Shox o Lippolis, così gli unici due componenti non prodotti in Italia sarebbero il telaio in carbonio, che arriva grezzo dall' Estremo Oriente e viene verniciato ed allestito in Italia, e il gruppo cambio, stante la mancanza di una casa produttrice italiana che fornisca un gruppo adatto al fuoristrada (guardiamo con grande curiosità il nuovo cambio Campagnolo Gravel 13V) 

 

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Chissà che non ci venga voglia di farci fare una versione marchiata EBIKEFIND, in un'ottica nazionalistica, magari con la livrea delle Frecce Tricolori! 

Per il momento, complimenti alla FULGUR per i risultati ottenuti, augurando loro lo stesso successo che ha avuto la PAGANI in campo automobilistico.

Mario Codecà e Bruno Degradi

 

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