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2018/10/14

ORBEA WILD FS20 27S - MY 2018 test

Le nostre recensioni non sono professionali e non pretendono di esserlo: semplicemente cerchiamo di trasmettervi in modo rilassato le impressioni che abbiamo ricavato dal provare una nuova ebike.

 

WILD FS: una bella giovane spagnola, ma con il rossetto un po’ sbavato!

La prima volta che abbiamo visto la fotografia della ORBEA WILD FS ci siamo detti: è un'ebike molto compatta e dà proprio l’idea di essere agile, anche se sembra un po’ abbondante di pancia! Vedendola dal vero l’impressione ne esce rafforzata. Salendoci sopra, ancora di più. Poi, scendi dalla bici e incominci a girarle intorno e l’occhio cade inevitabilmente sul discutibile sportellino che chiude il vano batteria! È come ammirare il viso di una bella ragazza con il rossetto sbavato, o ammirare le sue belle gambe con una smagliatura nelle calze!  La sostanza c’è, ma i dettagli condizionano molto!

 

Equipaggiamento

La WILD da noi provata, messa gentilmente a disposizione dal simpaticissimo Piero Cresta - competente titolare del negozio specializzato PLANET RACING BIKE – Castelnuovo Scrivia, è il modello quasi top di gamma, che monta una forcella Fox 34 Float Performace 140 con diametro di 34mm e 140 mm di escursione. 140 mm di escursione si sono rivelati, grazie alla collaborazione con le ruote da 27,5”x2,8” che filtrano bene le piccole asperità, più che sufficienti per assorbire in modo dignitoso gli urti causati dal passaggio della ruota su terreni anche molto accidentati. Angolazione e avancorsa sono tali da dare una buona sensazione di stabilità, senza ridurre minimamente la maneggevolezza!  Sul carro posteriore è montato un ammortizzatore Fox Float DPS Performance 3-Position Evol che garantisce una escursione verticale della ruota di 140mm, anche in questo caso, più che sufficiente per permettere di salire e scendere con disinvoltura anche su sentieri molto scassati. Il telaio è un misto di tubolare d’alluminio e componenti idroformati, verniciati di nero opaco, con forme un po’ panciute, ma tutto sommato gradevoli. La batteria è posta all’interno del “tubo” diagonale, risultando assolutamente protetta da eventuali urti. Il vano batteria è abbondante e quindi dovrebbe mettere al riparo da surriscaldamenti durante il periodo estivo.

Probabilmente il vano è già dimensionato per alloggiare in futuro le batterie da 750Wh. E fin qui tutto bene, ma proprio non riusciamo a capire cosa i tecnici della Orbea avessero in mente quando hanno progettato e realizzato lo sportellino che chiude l’alloggiamento della batteria: forse quel giorno avevano festeggiato a base di sangria!

Oltre ad essere brutto, lo sportello non sta al suo posto e si stacca, con il rischio di perderlo in mezzo ai boschi, per cui siamo stati costretti a mettere una fascia di velcro che ne impedisse il distacco. Un peccato veniale, a cui speriamo venga posto rimedio al più presto. Il motore è lo Shimano Steps E8000 così come sono Shimano gli ottimi freni ZEE con dischi da 203 mm e il gruppo trasmissione XT M8000 a 11 rapporti. Su questi componenti ormai si conosce tanto ed è anche inutile ripetersi, per cui possiamo limitarci a dire che sono validi, svolgono molto bene il loro lavoro e rientrano in una fascia media/alta di prezzo e di qualità. La WILD FS20 monta una sella telescopica di lunga escursione con un funzionamento morbido e regolare. I pneumatici sono KENDA Havon da 27,5”x2,8” e sono montati su cerchi tubeless ready di opportuna larghezza.

 

 

Orbea Wild FS: un'ebike stabile e maneggevole

Appena saliti in sella si ha subito una impressione molto favorevole, specialmente per chi è amante dell’enduro. L’assetto alto e raccolto fa immediatamente capire il tipo di utilizzo che i progettisti e i collaudatori avevano in mente quando ne hanno definito le caratteristiche geometriche e dinamiche. Iniziamo a pedalare a motore spento e restiamo subito ben impressionati dalla facilità di pedalata, impressione che poi ci viene confermata a motore acceso, anche durante le lunghe e talvolta assai ripide salite che abbiamo incontrato sul percorso del nostro test. La bicicletta in prova era forse di una taglia inferiore a quella che sarebbe stata giusta per noi, ciò nonostante ci siamo trovati immediatamente a nostro agio: l’impressione in sella è proprio quella di guidare un mezzo estremamente compatto, più piccolo e persino più leggero di quello che è realmente, eppure ci si sta su bene e comodi. Sulle salite più impegnative e durante il superamento di ostacoli ostici non abbiamo mai riscontrato la tendenza della ruota anteriore a cabrare, sia per la azzeccata geometria del telaio e delle sospensioni, che per le caratteristiche del motore Shimano, che eroga la spinta in modo molto omogeneo. Sul motore non ci soffermiamo più di tanto, se non per dire che ha un eccellente comportamento e potrebbe essere ancor migliore, a nostro avviso, se in modalità Boost fosse meglio gestibile rispetto allo sforzo esercitato sui pedali. Comunque, ci ha sempre supportato su con disinvoltura, naturalezza e poco rumore. I comandi del motore al manubrio sono quelli standard, con l’ottimo display poco ingombrante e ben visibile posizionato in una zona ben protetta dagli urti, mentre i comandi per cambiare assistenza, anche se funzionano molto bene, continuano a sembrarci un inutile orpello a cui preferire dei semplici ed ergonomici pulsanti. Dopo aver superato a pieni voti la prova della pedalata in salita, siamo passati nei settori in cui ci avevano detto che la WILD avrebbe sfoderato le sue doti migliori: la discesa e i passaggi trialistici. Ebbene, non ci ha affatto delusi in tal senso. Appena imboccato il primo single-track è come se l’avessimo già guidata per giorni e giorni: confidenza immediata!  Ci ha subito coinvolto e spronato a mollare i freni, godendo della rapidità con cui si infila nelle esse e della facilità di conduzione, grazie alle incredibili doti di maneggevolezza, tuttavia non disgiunte da una piacevole sensazione di sicurezza e da una notevole tenuta delle traiettorie impostate. Se la versione base si comporta così bene, sia nelle condizioni trialistiche, che andando giù forte, allora possiamo immaginare che la versione top FS10 possa essere definita, come abbiamo letto su un commento, una vera “spagnola caliente”. In effetti la guida della ORBEA ci fa venire in mente sensazioni simili a quelle provate durante le prove della Merida E One 900, Centurion No Pogo E3000 e Thok Mig. Tuttavia, la WILD FS è ancora più facile ed intuitiva. Probabilmente il merito va anche in parte annoverato alle gomme KENDA Havon, che, con la loro tassellatura molto piccola e l’aspetto un po’ cicciotto, da vedere sembrano poco adatte ad un fuoristrada impegnativo, ma che hanno invece sfoderato doti di tenuta sopra le aspettative: aggrappano bene e hanno un profilo tondo, che le rende molto omogenee nei cambi di direzione. In frenata, la FS20 è molto stabile e la conformazione del manubrio contribuisce ad un sicuro controllo del mezzo. La sella, grazie alla giusta escursione in altezza, durante le discese più impegnative si posiziona esattamente dove dovrebbe essere e dove vorremmo che fosse, contribuendo a dare ulteriormente confidenza nei passaggi più difficili. Ci è piaciuta anche la facilità con cui si pedala in salita, cioè la naturalezza con cui si trova una posizione composta sulla bicicletta, fatto che aiuta a non sprecare energie, sia nei falsi piani, che nelle parti più ripide, caratteristica tipica di posizioni più distese rispetto a questa Orbea. Un altro punto a favore della “simpatica spagnola”!

 

Conclusioni

Le moto da enduro spagnole sono famose per la facilità di guida sulle mulattiere rocciose. Evidentemente gli spagnoli apprezzano questa caratteristica tanto che l’hanno inserita nel DNA delle loro e-mtb!  ORBEA è riuscita a centrare al primo colpo l’obiettivo di realizzare una bicicletta elettrica estremamente divertente e tuttavia sicura, confortevole ed efficace nella pedalata, oltre che gradevole da vedere. Questa ebike è adatta a un pubblico di “fuoristradisti” molto ampio, in quanto non è estremizzata in nessun settore, si pedala bene, si guida bene in salita e in discesa, è facile, maneggevole e divertente. Tuttavia, in mani esperte piò regalare grandi soddisfazioni, perché si trasforma in una agilissima capretta dei Pirenei!  Gli unici possibili ostacoli all’eventuale acquisto possono essere dati dall’estetica un po’ particolare, dalla scarsa notorietà della marca e dal prezzo piuttosto elevato. Comunque, vale la pena di provarla!

Post scriptum: se avete letto la nostra prova della THOK Mig, avrete probabilmente notato che il testo è molto simile: in realtà, non siamo stati pigri e l’abbiamo fatto apposta. Infatti, l’abbiamo deciso dopo che ci siamo resi conto che se ci avessero fatto provare la ORBEA senza lasciarci vedere che marca e modello stavamo cavalcando, avremmo detto che era una THOK Mig!  Entrambi “fun bike”, da confrontare nei dettagli.

 

La nostra valutazione

Comfort 9
Maneggevolezza 10 e lode
Stabilità 9
Percorso scorrevole 8
Percorso accidentato 8
Salita 8
Discesa 9
Lunghe distanze 8
Finitura 6
Equipaggiamento/prezzo 6

 

Circa l’autonomia, ci asteniamo da dare un giudizio in quanto troppo influenzata da parametri variabili, non ripetibili. Similmente, ci asteniamo da dare un giudizio estetico, perché troppo personale.

Mario Codecà

Bruno Degradi