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2018/04/13

Recensione ruote Rocky, dischi Ashima Flotor e pacco pignoni SunRace

La quadratura del cerchio!

Ruote con cerchi in carbonio specifici per e-mtb sono davvero un plus?

Arriva la nuova e-MTB top di gamma: entusiasmo alle stelle! Si inizia la preparazione e poi le prime prove.

Fase1) Togliere le camere d’aria per la “latticizzazione” delle ruote (via le camere d’aria e sostituzione delle stesse con liquido sigillante, dal colore solitamente bianco, detto lattice). Questa operazione è sempre consigliata, in quanto fa risparmiare peso ed evita piccole forature, per spine, ecc. Durante l’operazione le ruote in alluminio di serie messe sulla bilancia, senza camere e copertoni, ma con dischi e cassetta pignoni ancora montati, hanno fatto registrate il peso record di 3.450 gr (cioè praticamente 3Kg e mezzo!), una enormità!
Il retropensiero in questa fase è: "C'è il motore che spinge quindi, anche se pesanti, queste ruote saranno robustissime. Chi se ne importa del peso!”

Fase 2) Prime uscite, gran divertimento, bici spettacolare, ma siamo “afflitti” da una sensazione di consumo ed anche di maneggevolezza non in linea con le aspettative. Passano un paio di settimane, il feeling con la bici migliora, ma nei lavaggi notiamo che i cerchi in alluminio presentano alcuni piccoli bozzi, evidentemente provocati da rami e sassi sollevati dalle coperture “motociclistiche” oramai standard nelle e-MTB. Non solo, un amico con analoga tipologia di ruote, anche se di altra marca di bici, impatta con una roccia e piega il bordo del cerchio, con conseguenti improperi.
Il retropensiero è: "Caspita queste ruote, così pesanti, eppure delicate! Nasce a questo punto il sospetto che le ruote di serie siano solo “economiche”. Ahimè, è un classico: anche nelle bici da strada: spendi migliaia di euro per nomi altisonanti e di serie ti rifilano “ruotacce” per contenere i costi. E, d'altronde, una ruota top di gamma per bici da corsa gira nell’intorno dei 2.000€ - scusate se è poco!

Fase 3) Scatta la scimmia: voglio farmi le ruote custom anche per la mia e-MTB! Prima una ricerca su internet, qualche domanda, ma alla fine chiamo Davide, che mi ha fornito per oltre 10 anni le mie ruote custom da BDC.

Davide è il titolare di BIKEONLINE - www.bikeonline.it, (numero WhatsApp 3923223028) un negozio on line che tratta componenti per “grammomaniaci” (persone disposte a spendere cifre folli per alleggerire di qualche grammo la loro bicicletta), e, fra le tante cose, in BIKEONLINE si sono specializzati nel realizzare proprio ruote su misura.

La richiesta è stata: "Davide, mi servirebbero delle ruote da montare su una bici da 25kg, dotata di motore elettrico che spinge picchi fino a 600W, che si aggiungono ai Watt che ci metto io. La uso su sentieri scassati in condizioni critiche. Le vorrei più leggere, più robuste e se possibile più belle… con qualche riferimento Gold, per richiamare le sospensioni Ohlins della mia bici. Poi, già che ci sono, mi piacerebbe provare dei dischi flottanti con finitura color oro ed infine un pacco pignoni con rapportatura 11-46 al posto dell’11-42 di serie, il tutto per una maggiore agilità di pedalata, una guida più disinvolta, una migliore frenata e, se riesco, anche minori consumi… e se ti sembra poco, infine ovviamente il prezzo deve essere “ragionevole”.

La risposta di Davide è l’argomento della recensione, qui di seguito.

 

ROCKY, le ruote di BIKEONLINE

Queste ruote sono state realizzate espressamente per le e-MTB, con la necessaria robustezza al fine di fornire la dovuta garanzia di durata ed affidabilità.

Le Rocky sono così assemblate:

Il peso della coppia di ruote “nude” così realizzata vanta un interessantissimo 1.635 grammi, a cui vanno aggiunti dei dischi ASHIMA Flotor ed un pacco pignoni SunRace, dall’ottimo rapporto prezzo prestazioni. Il risultato finale, a parità di copertoni montati ha fatto registrare 1.100 grammi in meno delle ruote di serie, valore che si potrebbe migliorare ancora montando un pacco pignoni più leggero, ma anche più delicato e costoso.

Dedichiamo qualche dettaglio in più alla parte più esotica, cioè i cerchi in carbonio. Si tratta di cerchi con canale interno da 35 e profilo asimmetrico per ottimizzare le importanti forze torsionali che vengono generate in una e-MTB. Questi cerchi, all’occhio ed al tatto sembrano massicci e robusti, vedremo poi all’atto pratico se è vero.

La Prova

Con le ruote Rocky abbiamo fatto quasi 500km, passando dalla prove speciali di San Ponzo, ai Sentieri dei Lupi del Cornaggia, alle PS dell’Enduro di Pietra Ligure ed infine sulla 24 ore delle Manie e queste sono le nostre impressioni.

LA GUIDABILITÀ
Abbiamo provato tutte le situazioni di guida, anche per noi estreme, senza mai andare in difficoltà. Un chilo abbondante in meno rispetto alle ruote standard in alluminio è veramente un ottimo risparmio e la percezione dell’aumento di reattività è molto evidente, sia in accelerazione o nel superamento di un ostacolo, che nell’ingresso in curva dove sembra che la bici sia più rapida nello scendere in piega e giri effettivamente più velocemente. Abbiamo mandato a fine corsa le sospensioni, preso botte di ogni tipo, senza danno alcuno. La rigidità complessiva della bici sembra migliorata e l’impressione è di una maggiore “gommosità” delle ruote, sia per il tipico assorbimento delle vibrazioni del carbonio, che per il fatto che i copertoni restano leggermente più “tondeggianti”, visto che il canale interno è passato da 38 a 35.

NOTA: ricordiamo ai lettori che siamo solo “arzilli vecchietti” e quindi le nostre impressioni devono fare riferimento ad un innegabile vincolo generazionale e prestazionale. Non ce ne vogliano i giovani leoni, abituati a lanciarsi a gran velocità nei percorsi da downhill, cercando di limare il mezzo secondo!

SCORREVOLEZZA
Sul cavalletto i mozzi DT SWISS girano che è una meraviglia e, a ruote sollevate, prendendo in mano il copertone e facendo ruotare le ruote in un senso e nell’altro, tenendole fermamente, si nota l’enorme differenza di inerzia e di sforzo necessari per fare questo esercizio. Provare per credere: mettete mezzo chilo su un bastone della dimensione della ruota e fatelo girare. Probabilmente questo è l’aspetto che maggiormente influenza i consumi, infatti nell’uso che facciamo noi raramente viaggiamo a velocità costante e proprio nella accelerazione si consumano più energie, umane e della batteria.

LA FRENATA
Questa parte di prova riguarda principalmente i dischi Ashima Flotor, che abbiamo preferito ad altri flottanti principalmente per un fattore estetico e di compatibilità con l’impianto frenante montato di serie. Qui siamo rimasti veramente sorpresi del miglioramento della frenata rispetto al disco di serie, sia nell’immediata sensazione di maggior “presa” delle pastiglia, che sulla modularità ed infine sulla miglior dissipazione di calore su discese lunghe. La considerazione sulla adozione di un buon disco è: “Poca spesa, tanta resa. Soldi decisamente spesi bene”.

IL PACCO PIGNONI E LA SCELTA DEL RAPPORTO
Sulle ruote in prova abbiamo chiesto di montare un pacco pignoni 11-46 in luogo dell’ 11-42 di serie. Lo scopo è ottenere una maggiore agilità di pedalata proprio nei punti di massima pendenza. Il pacco pignoni SunRace funziona perfettamente, è ben scalato e non ci ha dato alcun problema. Ma questa non è una sorpresa, perché oramai siamo abituati alla completa interscambiabilità della maggior parte dei componenti della trasmissione.

ROBUSTEZZA
Abbiamo fatto con le Rocky le stesse cose che abbiamo fatto con le ruote di serie, negli stessi sentieri e nelle stesse condizioni generali: dopo averle lavate e ricontrollate abbiamo avuto la piacevole sorpresa di non riscontrare nessun bozzo dovuto ad impatti fortuiti e nemmeno cedimenti del cerchio ai bordi. Forse siamo solo stati fortunati con le Rocky e sfortunati con le ruote di serie, ma è esattamente quello che ci aspettavamo dopo anni di uso del carbonio in mezzo ai boschi, su normali MTB. Sappiamo che ci sono estimatori e detrattori del carbonio, e non vogliamo fare cambiare idea a nessuno, ma ci permettiamo di ricordare che in caso di rottura di ruota in carbonio (negli anni ci è successo 3 volte) la riparazione è quasi sempre facile ed economica e può addirittura essere fatta autonomamente in modo assai più semplice della sostituzione di un cerchio in alluminio danneggiato.

CONSUMI
Ebbene sì, con le ruote Rocky abbiamo consumato meno energia: elettrica o non elettrica un kg è sempre un kg da portare in giro in bici e se poi lo togli dalle masse in movimento ogni volta che rilanci la bici, cioè praticamente sempre nella guida in fuoristrada, i Watt ringraziano e la capacità delle batterie è misurata in Watt/ora. Dire esattamente quale percentuale di consumo si risparmia è difficile, io e Mario oramai facciamo coppia fissa nelle nostre uscite e quindi un cambiamento nei consumi di uno verso l’altro appare immediatamente evidente, anche se non perfettamente misurabile. Per ora ci limitiamo a dire che il risparmio batteria, togliendo 1 kg dalle ruote, ci sembra valutabile tra il 3% ed il 5%. A qualcuno sembrerà un risparmio irrilevante, ma per esperienza quella tacca di autonomia in più spesso è proprio quella che ti fa rinunciare o meno all’ultima salita, cosa che non è così irrilevante, specie se ti tocca magari pedalare senza l’ausilio del motore, perché hai consumato tutta l’energia immagazzinata nella batteria.

COSTO. Il costo di questa realizzazione in termini di “ruote nude” si aggira nell’intorno dei 1.000€, a cui poi bisogna aggiungere dischi e pacco pignoni, se non si vogliono riciclare quelli delle ruote di serie. Non possiamo esprimere un prezzo effettivo di listino in quanto la filosofia di BikeOnline è proprio quella delle ruote su misura e su specifiche del cliente, in termini di materiali, colori, peso ed utilizzo. Noi ci siamo permessi di fare una breve indagine su prodotti distribuiti in Europa, con presenza di supporto ed assistenza, e ci sembra che il prezzo delle ruote in prova sia piuttosto competitivo.

 

Conclusioni:

L’upgrade delle ruote è uno dei più frequenti miglioramenti che qualunque ciclista mette in pratica sulla sua Bici Da Corsa o Cross Country e il motivo primario è la prestazione! Infatti, quando l’avanzamento della bicicletta è demandato alla sola forza del ciclista, è facile diventare sensibili ad ogni cosa ti faccia fare meno fatica o andare più forte. Numerosi studi approfonditi dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, che una buona ruota, in termini di peso, aereodinamica e scorrevolezza fa risparmiare tanta fatica e Watt. Poi ci sono anche aspetti estetici o puramente prestazionali, come la tenuta in curva, la robustezza, la reattività, ecc.. E’ un fatto oramai consolidato: l’amatore super appassionato di biciclette spesso si dota di ruote sofisticate e, in alcuni casi, persino di più tipologie di ruote (alto profilo per i percorsi veloci, superleggere a profilo minimo per le cronoscalate, profilo intermedio per le Gran Fondo, ecc…). Ne deriva che le ruote di serie vengono a volte relegate al ruolo di “ruote di scorta” (che se per caso sei in vacanza e si rompe una ruota, le hai li pronte da montare).

L’ e-Bike è e rimane una bicicletta e la presenza di un motore non modifica la filosofia stessa di questo tipo di mezzo, ma per molti la bici a pedalata assistita è lontana dal concetto di prestazione: si esce in compagnia, ci si aspetta, seconda batteria nello zaino oppure sosta al ristorante per la ricarica e via in totale relax. Probabilmente, a questo tipo di utenza non serve un upgrade di ruote.

Però, alcuni di noi, nonostante l’età, sono sempre alla ricerca del piacere della guida e anche dei record, anche solo quelli altimetrici con un ciclo di ricarica. E poi, avrete notato che una delle domande più frequenti da metà del giro in poi è “che percentuale di batteria ti è rimasta?” E quello con più batteria fa la cresta come un pavone!! (non diventiamo mai grandi J )

Lo avrete capito: noi siamo entusiasti e penso proprio che non restituiremo le ruote in prova. La nostra opinione è: cambio di ruota NON INDISPENSABILE, ma avendone la possibilità economica è una ottima cosa, perché cambia in meglio il comportamento della bici e te la fa sentire più tua.

Bruno Degradi