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2020/12/11

Rocky Mountain Instinct PowerPlay Carbon 90 BC Edition 29'' - MY2021

Un paio d’anni fa, sulle riviste di tutto il mondo e sui social network, alla sua presentazione si fece un gran parlare della e-mtb ROCKY MOUNTAIN, perché si trattava di un prodotto progettato per prestazioni estreme e differente dagli altri, specialmente per l’originale motore.  

Ora, grazie alla disponibilità e gentilezza di RIDEWILL ( Vai al sito ), azienda che commercializza con e-commerce e anche tramite il suo negozio vicino a Como biciclette e componentistica di diversi sport, abbiamo avuto la possibilità di provare il nuovissimo gioiello della casa canadese. Opportunità molto succulenta, che non ci siamo lasciati scappare!

Venendo alla ebike in prova, essa si presenta a primo acchito molto bene e colpisce positivamente, anche grazie ad una combinazione veramente originale tra le verniciature del telaio e i colori dei componenti, piacevole alla vista e molto vivace. Quello che salta subito all’occhio è la componentistica di alta gamma, con tutto quell’oro ed arancio in primo piano che richiamano subito alla mente la magica parola “Kashima”. 

 

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Altre cose che spiccano sono il tubo diagonale del telaio di sezione molto ridotta, il carter motore piuttosto abbondante e la compattezza della bici in generale, che nonostante sia taglia L, sembra più piccola della HAIBIKE Xduro Allmtn 3 taglia M che ci hanno dato da provare insieme alla Rocky M.

Analizzando con maggior attenzione e più da vicino i vari particolari, si può ben vedere come questa ebike sia stata progettata e costruita da persone che, più che al design e alla raffinatezza estetica, mirano alla concretezza e all’essenzialità tipica di un mezzo studiato per correre, in primis! Infatti, le linee del carro e del telaio centrale sono semplici ed essenziali e le finiture sono buone, ma niente di eccezionale. Insomma, se levassimo dal telaio il marchio Rocky Mountain, camuffassimo le componenti FOX Kashima e la facessimo vedere a normali utenti di mountain bike elettriche, probabilmente storcerebbero il naso, vedendo il carro posteriore in alluminio con le saldature con cordone a vista e penserebbero che anche il telaio, con quei suoi tubi dritti e spigolosi, sia in alluminio; e poi, quel motorone apparentemente sovrabbondante! Niente a che vedere con il design raffinato di una THOK DUCATI TK01-RR o una MONDRAKER Crafty Carbon RR, tanto per intenderci. Però, a chi se ne intende, risulta moto gradita anche alla vista, perché è un po’ come una moto da corsa: non è necessariamente bellissima, ma tutto è funzionale allo scopo per cui è stata progettata e costruita: andare forte!

 

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Equipaggiamento

La ROCKY MOUNTAIN INSTINCT POWERPLAY CARBON 90 BC con ruote da 29” ( Vai al sito ) monta una forcella Fox 38 Float EVOL GRIP2 Factory Series, con escursione 160mm, offset: 44mm e steli da 38mm di diametro, una top di gamma tanto bella, quanto efficace.   Essa è accoppiata con una ruota da 29”, costituita da cerchio in alluminio Race Face ARC 30, mozzo Rocky Mountain Boost 15mm e pneumatico MAXXIS DHF da 2.5”.

Il telaio in fibra di carbonio è leggero anche alla vista, ha buone finiture ed ospita con assoluta discrezione nel suo interno una batteria da 672Wh a 48V. In questo caso, come tipico per ROCKY MOUNTAIN, appena sopra il motore può essere installata una seconda batteria da 330Wh, in modo da portare la capacità energetica complessiva ad oltre 1.000 Wh. La batteria, non estraibile in modo da dare maggior rigidità al tubo che la ospita, può essere ricaricata all’80% in 2h10min 

La sella è comoda e dal bel design ed è collegata al reggisella telescopico Race Face Turbine R, con un comodo comando remoto al manubrio.

ROCKY MOUNTAIN è probabilmente l'unica azienda al mondo che ha realizzato una bicicletta a pedalata assistita sulla quale monti un motore proprietario, cioè realizzato specificamente ed esclusivamente per sé stessa. ROCKY MOUNTAIN ha sviluppato un concetto di motore che, se vogliamo, riprende un po’ la l’architettura del motore applicato su una bicicletta tradizionale, infatti ROCKY MOUNTAIN mantiene il gruppo di trasmissione classico di una bicicletta muscolare, indipendente dal motore e la ruota posteriore si collega al motore tramite una seconda piccola corona, quindi l'asse delle pedivelle non è passante nel motore. Una geometria di questo tipo è piuttosto inusuale, perché necessita uno strano giro della catena e due galoppini extra.

 

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Tutto ciò rende il gruppo motore un po' più ingombrante e la meccanica un po’ più complesse e rumorosa, tuttavia questa tipologia di costruzione presenta anche dei vantaggi. Infatti, come al solito la potenza viene erogata dal motore in funzione dello sforzo applicato sui pedali, ma in questo caso tale sforzo viene letto da una dispositivo che lavora sulla catena, in modo molto più preciso e reattivo rispetto e un dispositivo montato sull’asse motore, come avviene sui motori tradizionali; questo permette di avere una sensibilità estrema a livello di pedalata, sicché la ROCKY MOUNTAIN per gli enduristi esperti risulta molto performante sui percorsi difficili in salita, perché si riesce a regolare con molta accuratezza e senza ritardi la potenza erogata dal motore, senza picchi di coppia indesiderati.

Il manubrio (780mm) in alluminio è montato su una pipa da 40mm e i relativi comandi hanno una disposizione ordinata ed ergonomica. Il manubrio ospita, in stile molto racing e in linea con la filosofia aziendale, un mini comando per la gestione di motore e batteria, che prevede, oltre a due piccoli classici bottoni + e -, solo alcuni led che, in funzione del colore, indicano i livelli di assistenza e di carica (forse un po’ troppo minimalista per alcuni, ma vista la disponibilità di una applicazione per il cellulare, è esattamente quello che serve su una ebike di questo genere). 

Il cambio SHIMANO XT a dodici rapporti funziona ovviamente bene (anche se noi preferiamo per una ebike il comando a single-click, più garantista nei confronti della catena e del pacco pignoni), ha una corona da 34 denti e il pignone più grande da 51 denti.

La sospensione posteriore, con carro in tubi di alluminio, utilizza il classico cinematismo a quadrilatero articolato con ammortizzatore parallelo al tubo superiore, tipico di ROCKY MOUNTAIN, molto efficace una volta che si sia riusciti a regolare bene l’ammortizzatore (cosa che richiede un po’ di pazienza e competenza), con un’escursione di 155 mm, ed è incentrato su un ammortizzatore ad aria Fox Float X2 Factory, di indubbia valenza sia funzionale, che estetica.

 

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I freni SHIMANO XT a quattro pistoncini, accoppiati a dischi RT86 da 203 mm di diametro, fanno molto bene il loro dovere in ogni condizione d’uso. 

La ROCKY MOUNTAIN INSTINCT POWERPLAY CARBON 90 BC Edition 29” monta al posteriore un pneumatico Maxxis Minion DHR II 29”x2.4” WT 3C MaxxGrip DD Tubeless Ready, con tassellatura votata alla ricerca del grip per affrontare al meglio le situazioni più difficili, pur restando ragionevolmente scorrevole. Il cerchio posteriore è un RACE FACE AR30 con canale da 30mm e il mozzo è un DT Swiss Hybrid 350 Boost.

Il peso complessivo della ROCKY MOUNTAIN in taglia M si attesta su poco meno di 24 kg, nella media della categoria.

 

Utilizzo

La posizione in sella è molto raccolta, con il busto un po’ verticale, senz’altro votata ad affrontare con molta grinta e determinazione i percorsi più tecnici e tortuosi.

La ROCKY MOUNTAIN INSTINCT POWERPLAY CARBON 90 BC Edition è probabilmente la bicicletta elettrica più indirizzata alle competizioni e ai bike-park o comunque quella che maggiormente strizza l'occhio a coloro che vengono dalla pratica della mountain bike anche agonistico, perché ha una geometria studiata, con il suo carro posteriore molto corto e con un Reach molto corto, per favorire al massimo la maneggevolezza e la velocità di esecuzione delle manovre. E’ chiara la volontà dei progettisti di farla assomigliare il più possibile ad una mtb muscolare, infatti basta sovrapporre il disegno della mtb con questa e-mtb per vedere come sono quasi identiche. Salendoci per la prima volta si resta un po' sconcertati dalla compattezza del suo telaio: l’impressione è quella di essere su una taglia più piccola rispetto al normale.  Iniziando a pedalare su un tratto asfaltato abbiamo avvertito una strana caratteristica vibrazione al pedale, probabilmente dovuta al lungo giro della catena sulle due corone, che tuttavia non infastidisce ed a cui si fa presto l’abitudine. Il rumore è avvertibile e differente da quello degli altri motori, ma anche in questo caso non dà fastidio: ci dicono che l’importante è tenere la catena e i galoppini ben puliti e lubrificati per evitare che diventi eccessivo. 

Quando inizia la salita, si nota che il motore non aiuta subito tantissimo, come succedeva ad esempio con il BOSCH 3a generazione, ma è evidentemente un motore studiato e messo a punto per persone che vogliono usare le gambe. All’inizio, nonostante i suoi 108 Nm di coppia massima, nell’utilizzo normale sembra un po’ fiacco, perché la potenza viene erogata piuttosto linearmente in funzione dello sforzo esercitato sui pedali, quindi, per poter godere della coppia elevata di cui è ben dotato bisogna realmente spingere con le gambe e a quel punto la bicicletta diventa un missile! Quando si pigia forte e si aumenta la cadenza, non teme concorrenza rispetto agli altri motori attualmente sul mercato, che al massimo arrivano al 95 Nm di coppia. Questa caratteristica è la dimostrazione ulteriore che questa mountain bike a pedalata assistita è stata progettata e messa a punto per intenditori, dotati di buona tecnica e buone gambe. Lo dimostra anche il comportamento in salita tecnica e ripida: qui la geometria del telaio, con un passo così corto, non aiuta, ma il motore è talmente morbido e preciso che si può calibrare perfettamente la potenza da trasmettere al suolo. In sostanza, non è certo una arrampicatrice facile come una GIANT Trance, ma in mano a persone esperte, con i dovuti funambolismi necessari per tenere giù la ruota anteriore, riesce a fare meraviglie e a superare passaggi dove alle altre ebike slitterebbe la ruota posteriore. 

Riguardo al confort, a basse velocità è un po’ influenzato negativamente dalla posizione di guida e dalla sospensione posteriore piuttosto reattiva, mentre quando si va forte, la posizione in piedi è ottimale e il gruppo telaio/sospensioni lavora egregiamente, assorbendo con grande disinvoltura ogni tipo di ostacolo.

Il consumo ci è sembrato nella media, ma è veramente difficile fare una valutazione seria in tal senso.

E veniamo al piatto forte: la discesa! Qui ci si rende subito conto di quanto effettivamente la geometria del telaio influisca sulle caratteristiche di guida. Noi siamo rimasti quasi sconcertati dopo aver affrontato la prima curva, perché ha una velocità di discesa in piega e una capacità di chiudere immediatamente le curve che ci ha preso alla sprovvista, tanto che abbiamo addirittura rischiato di perderne il controllo, ma dalla seconda curva in avanti, capito come bisogna condurre questa e bike, il feeling si è fatto via via più buono e siamo convinti che questa sia una bici che può essere apprezzata come merita, dopo il necessario periodo di affiatamento, solo da rider veramente esperti. Noi solo alla fine della nostra prova abbiamo incominciato a intuire quali possano essere le potenzialità di un mezzo così nelle mani di enduristi MTB con gli attributi! Come dicevamo all'inizio, sconcerta il fatto che sia così corta, ma poi ti accorgi che, come tutti i cavalli razza, non è fatta per andare piano, ma bensì per mollare i freni e farla correre il più possibile: più la fai correre e più lei diventa stabile e ti permette di apprezzare l’agilità e la velocità con cui puoi affrontare ogni tipo di evoluzione, sia sullo stretto, che sul veloce. Se poi, come nel nostro circuito di prova, ti trovi a condurla in una serie di esse strette e ravvicinate, ma veloci, allora: …. sorriso da orecchio ad orecchio!

Riassumendo, in discesa la geometria del telaio, la posizione di guida e la taratura delle sospensioni avvantaggiano la maneggevolezza e la reattività, piuttosto che la stabilità o il confort.  Ciò non significa che questa e-mtb sia particolarmente difficile da usare o trasmetta scarsa sicurezza: semplicemente essa è votata al divertimento e al racing, per cui più alte saranno le capacità di guida dell’utilizzatore, più tortuoso sarà il percorso e più alto sarà il grado di soddisfazione che se ne potrà trarre.

I freni si sono dimostrati perfetti, ma non è che li abbiamo usati tantissimo. Però, potenti e molto modulabili.

 

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Conclusioni

Possiamo certamente affermare che la ROCKY MOUNTAIN INSTINCT POWERPLAY CARBON 90 BC da noi provata non delude le aspettative.  Ha buone finiture, ottima componentistica, ma soprattutto si fa portare molto bene, facendoti divertire alla grande. Inoltre, quando la guardi ti gratifica anche per la sua estetica, così snella e compatta da sembrare una mountain bike tradizionale (tranne per la zona motore)

Tuttavia, chi pensa di salirci e poterla guidare subito come quando si sale su una SPECIALIZED Turbo Levo, pensa sbagliato!!! Questa è come quei cavalli di razza nervosi e difficili da portare all'inizio, ma con i quali, se ci entri in sintonia, si riescono ad avere soddisfazioni impensabili, ammesso che sappiate portarli. Non è nata per passeggiate confortevoli in compagnia, quindi il consiglio è: prima di comprarla, provatela su dei sentieri tecnici e vedete che feeling vi dà.

Mario Codecà e Michele Penna

 

Nota a commento: le nostre recensioni sono possibili grazie solo alla collaborazione di amici, appassionati o negozianti o aziende che ci mettono a disposizione le loro biciclette elettriche per testarle, in modo da condividere con voi le nostre impressioni, da utenti normali, senza velleità di professionalità o agonismo. Non veniamo pagati da nessuno e siamo liberi di scrivere quello che vogliamo, nel bene e nel male, senza vincoli.

 

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