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2017/11/29

THOK MIG - MY 2017

Prima di cominciare: due parole sul blog di chi ama le ebike, senza pretese agonistiche
In rete troviamo tantissime recensioni di ebike, ben scritte da giovani ed esperti professionisti.
Spesso però, le persone che usano le biciclette a pedalata assistita sono persone normali, magari avanti con gli anni, poco interessate alle prestazioni estreme e ai dettagli tecnici.
Abbiamo pensato, allora, di dedicare gli articoli in questo post proprio a chi apprezza soprattutto il divertimento della bicicletta elettrica, senza arrovellarsi in particolari tecnici.

 

THOK MIG: se è così azzeccata la prima, chissà la prossima!

La prima volta che abbiamo visto la fotografia della THOK era su una rivista francese, che ne pubblicava l’immagine con il titolo “la bella italiana” e allora anche noi la guardammo pensando: è proprio bella!  Difficile dire cosa renda bella una bicicletta, sta di fatto che ci sono delle biciclette che guardi e subito ti impressionano per l’armonia del loro assieme e ti lasciano presagire che saranno anche belle da guidare. D’altra parte, siamo dell’avviso che se un progettista è bravo, il risultato del suo lavoro non può essere che bello, in quanto la buona tecnica è anche armonia e mal si sposa con la bruttura estetica.

 

Equipaggiamento

La MIG da noi provata, messa gentilmente a disposizione dal simpaticissimo Paolo Puglioli - titolare del negozio specializzato in ebike BIKE LAB - Sarnico, è il modello base, che monta una forcella RockShox Yary RC con diametro di 35mm e 150 mm di escursione, la cui ottima funzionalità poco si discosta da quella della sorella maggiore Lyrik. 150 mm di escursione si sono rivelati, grazie alla collaborazione con le ruote da 27,5”x2,8” che filtrano bene le piccole asperità, più che sufficienti per assorbire in modo dignitoso gli urti causati dal passaggio della ruota su terreni anche molto accidentati. Angolazione e avancorsa sono tali da dare una buona sensazione di stabilità, senza tuttavia ridurre la maneggevolezza. Sul carro posteriore è montato un ammortizzatore RockShox Delux R che garantisce una escursione verticale della ruota di 140mm, anche in questo caso, più che sufficiente per permettere di salire e scendere con disinvoltura anche su sentieri molto scassati. Il telaio è in tubolare d’alluminio verniciato di un bel grigio scuro metallizzato, con forme molto semplici, ma gradevoli, che sono particolarmente azzeccate nella zona di attacco motore: qui le dimensioni ridotte del motore e la semplicità costruttiva del telaio rappresentano un ottimo abbinamento anche visivo. La batteria è posta anteriormente e inferiormente al tubo diagonale, sostenuta e protetta da una fascia elastica in caucciù e da una protezione rossa o nera, ben realizzata stilisticamente. Il motore è lo Shimano Steps E8000 così come sono Shimano i freni Deore con dischi da 203 mm, mentre il gruppo trasmissione è Sram NX 11. Su questi componenti ormai si conosce tanto ed è anche inutile ripetersi, per cui possiamo limitarci a dire che sono validi e svolgono molto bene il loro lavoro e rientrano in una fascia media/alta di prezzo. La Thok MIG monta anche una sella telescopica di lunga escursione con un funzionamento un po’ brusco: ne abbiamo provate di meglio, ma anche di peggio, adeguata ad una fornitura di base. I pneumatici sono Maxxis DHR davanti e Rekon dietro e sono montati su cerchi tubeless ready di opportuna larghezza. La versione MIG R costa circa € 1.000 in più, ma per quella cifra offre forcella RockShox Lyrik RC, ammortizzatore RockShox Delux RL, gruppo trasmissione Shimano Deore XT e ruote Sunringle - Duroc 40 Comp, tutti componenti di livello superiore, tale per cui a nostro avviso la maggior spesa è ampiamente giustificata per chi voglia una e-mountain bike ancora più performante.

 

Utilizzo

Appena saliti in sella si ha subito una impressione molto favorevole, specialmente per chi è amante dell’enduro come noi e l’assetto fa immediatamente capire il tipo di utilizzo che i progettisti e i collaudatori avevano in mente quando ne hanno definito le caratteristiche geometriche e dinamiche. Iniziamo a pedalare a motore spento e restiamo subito ben impressionati dalla facilità di pedalata, impressione che poi ci viene confermata a motore acceso anche durante le lunghe e talvolta assai ripide salite che abbiamo incontrato sul percorso del nostro test. La bicicletta in prova era di una taglia inferiore a quella che sarebbe stata giusta per noi, ciò nonostante ci siamo trovati immediatamente a nostro agio: l’impressione in sella è proprio quella di guidare un mezzo estremamente compatto, più piccolo e persino più leggero di quello che è realmente, eppure ci si sta su bene e comodi. Sulle salite più impegnative e durante il superamento di ostacoli ostici non abbiamo mai riscontrato la tendenza della ruota anteriore a cabrare, ciò sia per la azzeccata geometria del telaio e delle sospensioni, sia per le caratteristiche del motore Shimano, che eroga la spinta in modo molto omogeneo. Sul motore non ci soffermiamo più di tanto se non per dire che ha un eccellente comportamento e potrebbe essere ancor migliore, a nostro avviso, addolcendo l’attacco/stacco della assistenza che nella pedalata restituisce una impressione ON/OFF specialmente evidente in modalità Boost e nelle ripartenze più critiche. I comandi al manubrio del motore sono quelli standard, con l’ottimo display poco ingombrante e ben visibile posizionato in una zona ben protetta dagli urti, mentre i comandi per cambiare assistenza, anche se funzionano molto bene, continuano a sembrarci un inutile orpello a cui preferire dei semplici ed ergonomici pulsanti. Dopo aver superato a pieni voti la prova della pedalata in salita siamo passati nei settori in cui ci avevano detto che la MIG avrebbe sfoderato le sue armi migliori: la discesa e i passaggi trialistici. Ebbene, non ci ha affatto delusi in tal senso, in quanto ha dimostrato di avere doti di grande maneggevolezza, tuttavia non disgiunta da una piacevole sensazione di sicurezza e da una notevole tenuta delle traiettorie impostate. Se la versione base si comporta così bene, sia nelle condizioni trialistiche, che andando giù forte, allora possiamo immaginare che la versione MIG R possa essere definita, come abbiamo letto su un commento di un post di FaceBook, una vera “porno e-mtb”.

 

Il merito di tanta maneggevolezza va probabilmente ascritto al fatto che la batteria è sistemata nella parte sottostante il telaio e che l’asse dei pedali sia un poco più in basso rispetto ad altre di ebike, con ciò abbassando il centro di gravità del veicolo. In effetti la guida della Thok ci fa venire in mente sensazioni simili a quelle provate durante la prova della Merida E ONE, anch’essa molto maneggevole, e anch’essa con il difetto che talvolta nei passaggi incassati o vicino a rocce sporgenti dal terreno i pedali urtano con troppa facilità. Tra le ebike provate finora, le più simili a una mtb in termini di handling sono state la Cannondale Moterra LT1, la Merida E One 900 e la Centurion No Pogo E3000, ma la Thok Mig le surclassa: già semplicemente prendendo in mano il manubrio da fermo con i piedi per terra, se la si scuote a destra e sinistra si ha un’impressione più vicina ad avere tra le mani una MTB da down-hill, piuttosto che una bici a pedalata assistita. In frenata è molto stabile e la conformazione del manubrio contribuisce ad un sicuro controllo del mezzo. La sella, grazie alla giusta escursione in altezza, durante le discese più impegnative si posiziona esattamente dove dovrebbe essere e dove vorremmo che fosse, contribuendo a dare ulteriormente confidenza nei passaggi più difficili. Una cosa che nei vari commenti sentiti dagli utenti in questi mesi prima del test non è mai emersa, e che invece ci ha favorevolmente impressionato, è la facilità con cui si pedala in salita, cioè la naturalezza con cui si trova una posizione composta sulla bicicletta, fatto che aiuta a non sprecare energie sia nei falsi piani che nelle parti più ripide, caratteristica tipica di posizioni più distese rispetto a questa Thok. Un altro punto a favore della “bella italiana”!

 

Conclusioni

Si dice che la fortuna aiuta gli audaci e, al giorno d’oggi, bisogna essere indubbiamente audaci per partire, in un mercato così competitivo ed affollato, con una nuova azienda sapendo di scontrarsi con i colossi del settore. Allora, diciamo che Stefano Migliorini & Co. sono stati bravi e fortunati, perché sono riusciti a centrare al primo colpo l’obiettivo di realizzare una bicicletta estremamente divertente e tuttavia sicura, confortevole ed efficace nella pedalata, oltre che bella da vedere. Questa ebike è adatta a un pubblico di “fuoristradisti” molto ampio, in quanto non è estremizzata in nessun settore, si pedala bene, si guida bene in salita e discesa, è facile, maneggevole e divertente e infine ha un prezzo ragionevole. L’unico possibile ostacolo all’eventuale acquisto può essere dato dal fatto che l’azienda è giovane e non si sa cosa potrà fare in futuro, ma sicuramente se andranno avanti a proporre prodotti così azzeccati, la crescita delle vendite sarà garantita.

 

Promossa a pieni voti!

Confort 9

Maneggevolezza 10

Stabilità 8

Percorso scorrevole 8

Percorso accidentato 8

Salita 8

Discesa 9

Lunghe distanze 8

Finitura 7

Equipaggiamento/prezzo 8

 

Circa l’autonomia, ci asteniamo da dare un giudizio in quanto troppo influenzata da parametri variabili, non ripetibili.
Similmente, ci asteniamo da dare un giudizio estetico, perché troppo personale.

 

Mario Codecà e Bruno Degradi