Novità - Tests - Recensioni



2017/12/29

MONTANA - VEKTOR N7370 – MY2018

Prima di cominciare: due parole sul blog di chi ama le ebike, senza pretese agonistiche
In rete troviamo tantissime recensioni di ebike, ben scritte da giovani ed esperti professionisti.
Qui però le recensioni sono scritte da utenti normali, per il puro piacere di condivisione.  In questo articolo, a raccontare la sua impressione è un normale appassionato che ci descrive la sua esperienza con la sua nuova e-mtb.

 

Montana - Vektor N7370, la conoscono in pochi, ma ciò non significa che non dia soddisfazione a chi la possiede! Una bici dal blasone un po’ sottotraccia, ma piena di sostanza.

 

Ieri, domenica 17/12/17, ho potuto finalmente fare un primo giro con la nuova arrivata, una fiammante Montana-Vektor N7370.

Montana è una azienda poco conosciuta nel mercato ebike, così come lo è nel settore delle mountain bike tradizionali.

Ingiustamente, probabilmente, in quanto ha una gamma estremamente articolata e ricca, che spazia dalle eleganti bici da signora a bici da corsa ultraraffinate e performanti, passando da bici entry-level da grande distribuzione (sì, quelle che si vedono nei supermercati, insomma) fino a ebike di ogni fascia, mtb e, novità 2018, da corsa.

Appena arrivata in garage ho provveduto alle opportune personalizzazioni di rito (dischi freno, viteria in ergal, parafanghi e poco altro). Non che fosse necessario, ma la personalizzazione fa parte del piacere di avere un mezzo unico!

Ho anche provveduto a guarnire con nastro isolante il bordo della carteratura di plastica che chiude il motore sul lato sinistro, per evitare cigolii (è di plastica assai rigida, ed è lecito aspettarsi qualche scricchiolìo man man che invecchierà).

In questa fase ho notato la verniciatura non particolarmente robusta: spessori bassini e adesivi assai deboli. E' prevedibile che dopo un anno di boschi riporterà molte cicatrici sullo chassis. E’ un peccato, perché il quadro generale non è male: la bici si presenta bene, onesta ma non povera, sostanziosa senza essere opulenta. Equipaggaiata con deragliatore Shimano SLX a servire una cassetta Sunrace 11v 11-46 con corona (Miche) da 34, ha già un equipaggiamento idoneo al fuoristrada. Ho sostituito la corona con una 30T per poter avere a disposizione rapporti più corti, che mi permettessero di fornire quanta più coppia “muscolare” possibile, in modo da ridurre l’apporto del motore al minimo indispensabile. Il manubrio da 780mm della WAG, montato su uno stem piacevolmente corto della stessa casa, denota ancora di più l’accento enduristico che Montana ha voluto dare, mentre la grossa sezione dei tubi del telaio dona una piacevole sensazione di robustezza. A proposito di robustezza, è da rimarcare come Montana abbia sviluppato la bici modificando questa seconda versione, irrigidendo molto lo scatolato dell’obliquo, segno anche di uno sforzo di miglioramento costante del prodotto.

A differenza della mia prima e-bike, una Rose Uncle Jimbo motorizzata Bafang BBS e fortemente customizzata anche a livello di programmazione, questa è una e-bike nativa, motorizzata Brose (quindi la stessa base di Specialized e Fantic, per dirne un paio).

Volevo qualcosa di meno "artificiale" e più integrato, e soprattutto volevo passare al formato ruota 27.5" Plus e trovare un telaio con misure e quote più conformi ai miei desideri.

 

Test

Causa clima, il test si è svolto giocoforza a quote basse, tra il Monte Gazza e la piana di Terlago. Si tratta di un giretto non molto impegnativo (tranne per un paio di passaggi tecnici) di fuoristrada non cattivissimo, e prevede due ambiti di valutazione: motore e ciclistica

Un mio amico, Emanuele, mi ha accompagnato cavalcando la mia "vecchia" Rose, permettendo una comparazione sul campo tra il sistema di Bafang e quello Brose, e comunque in generale delle ebike native.

 

Motore

Trattandosi di un'unità integrata, presenta la modalità di assistenza tramite torsiometro (volgarmente detto "sensore di sforzo") che calcola l'apporto di coppia motrice in funzione dello sforzo sul pedale espresso dal ciclista.

In termini pratici significa che il feedback restituito è molto naturale, col motore che segue fedelmente le gambe del ciclista.

Il Bafang, invece, lavora in modalità PAS, ossia comandata da un semplice encoder (sensore di rotazione), che fa sì che alla prima ROTAZIONE del pedale il motore parta ed esprima la coppia (fissa) che gli viene comandata dal livello impostato. Questo fa sì che il motore eroghi sempre e comunque una determinata coppia, senza alcun riferimento a quanto il ciclista spinga sui pedali. La sensazione è un filo più artificiale, ma per contro permette, quando si è stanchi (o poco allenati), di farsi meglio supportare dal motore con uno sforzo limitato sui pedali.

Due filosofie totalmente diverse, insomma.

Dopo anni di Bafang, che mi ha permesso di rimettere le gambe in movimento anche quando lo scarso allenamento (o gli incidenti di moto) mi bloccavano, volevo qualcosa che mi facesse pedalare di più, avvicinandomi alla dimensione ciclistica "pura".

Ecco, con le ebike native è proprio così: il motore, specialmente in modalità "Cruise" (che corrisponde sostanzialmente alla ECO della maggior parte delle ebike) ti aiuta molto meno, e devi mettere più gamba di quante ne metteresti col Bafang, e soprattutto non hai mai tregua: se il Bafang continua a spingere finché i pedali girano (quindi ti "perdona" se molli il tiro per una frazione di secondo), il Brose della Montana sente subito il calo di spinta, e conseguentemente smette di erogare coppia. Tradotto: smetti tu, smetto anch'io, se tu non pedali, io non spingo.  Questo, il Bafang non lo fa: se si girano i pedali mentre il motore spinge alla coppia impostata, ed i pedali si fanno leggeri, perché la coppia del motore è già più che sufficiente per andare avanti, si può pedalare a vuoto grazie al disinnesto della ruota libera continuando quindi a dar impulsi all'encoder, che continuerà a mantenere il motore in azione. Tutto questo non è possibile con il torsiometro delle ebike native: si pedala SPINGENDO sempre e comunque.

Ne ho avuto riprova facendomi accompagnare nel mio giro dal mio amico che ha usato la mia "vecchia" Rose munita di Bafang.  Lui, totalmente fuori allenamento, saliva con più leggiadria e facilità di me, che dovevo sempre e comunque spingere sui pedali.

Ovvio che su una bici priva di motore avrei faticato ancora di più, non ci piove, ma la differenza filosofica tra i due sistemi si è rivelata eclatante all'atto pratico

Tornando all'oggetto di questo test, il motore si è rivelato incredibilmente silenzioso, quasi inavvertibile, così come quasi inavvertibile è l'innesto dell'assistenza, dolcissimo sia in attacco che in stacco; questo porta ad avere una pedalata incredibilmente fluida e naturale.

In modalità Cruise (la più economica), l'apporto è piacevolmente limitato, lasciando molto dello sforzo al ciclista.  In questa modalità sembra che lo stacco sia molto più nervoso che nelle altre due, ossia il motore stacca subito non appena si alleggerisce un po' la pressione sul pedale.

In modalità "Tour" e “Sport" questo fenomeno è meno avvertibile, e la spinta è davvero molto energica. Di contro, ovviamente, si avverte più nettamente il calo dell'assistenza quando si varcano i fatidici 25km/h, cosa che in "Cruise" si sente pochissimo. Insomma, un motore dolcissimo e assai poco invasivo.

Ipotizzo che giocando bene sui rapporti si possa preventivare di fare la maggior parte dei percorsi in "Cruise" e lasciare la modalità "Tour" solo per le pendenze più aggressive.  La modalità "Sport", per come io intendo la e-mtb, la trovo sensata solo per superare ostacoli brevi e molto impegnativi.

 

Ciclistica

Qui le differenze tra la nuova Montana e la "vecchia" Rose sono ancora più significative.

Pur essendo entrambe in taglia M, la Rose è infinitamente più compatta e nervosa, declinando un assieme ciclistico sveltissimo e molto racing, oltre che adatto per ciclisti un po' più minuti dei miei 180cm per 84kg

E' un furetto iperattivo e velocissimo, ma che, per contro, diventa molto nervoso sullo scassato.  La via più efficace per superare gli ostacoli è prendere una bella rincorsa, mollare i freni e far fare tutto alla sua ciclistica da schiacciasassi che digerisce tutto senza batter ciglio.

La Montana ha misure più abbondanti, e complici anche le (evviva!!) ruotone 27.5" Plus definisce un quadro maggiormente morbido e progressivo.  Tutto è più ovattato e morbido e le reazioni sono più smussate; con la contropartita di un maggiore sforzo per imporle cambi di direzione, la Montana rende tutto più tranquillizzante ed "umano" per l'utente medio.  Si riesce insomma ad andare più calmi, a "copiare", a fare equilibrismi. Sul pedalato ed in discesa, la sensazione di scorrevolezza è impressionante, nonostante i veementi artigli della gommatura (Schwalbe Magic Mary ant e Nobby Nic EVolution post), e si fa molta strada sia pedalando in salita, che mollando i freni in discesa.

Proprio la gommatura, poi, si è rivelata sensazionale; le nuove mescole introdotte da Schwalbe non sono mero marketing, ma funzionano davvero!

Nello specifico, si tratta della mescola Speedgrip. La seconda (partendo dalla gradazione più dura) delle 4 scelte di Schwalbe: Speed, Speedgrip, Soft e Ultrasoft.

Il grip sull'asciutto è impressionante, l'anteriore è una roccia, un vero aratro che si scava la traiettoria con imperiosa sicurezza, mentre il posteriore aggrappa davvero bene anche su terreni viscidi, quando non addirittura innevati.  Una trazione davvero rimarchevole, che sopperisce alle "lacune" del montaggio di serie, che non può competere con la dotazione ciclistica della vecchia (ma più costosa) Rose. Forcella RockShox Domain Coil 180 PP20 sulla Rose contro una RockShox Yari 160 PP15 sulla Montana, e un mono RockShox Monarch Hi-Volume 216x63 sulla Rose contro il RocKShox Monarch RL 200x57 della Montana. La dotazione enduristica è insomma nettamente a sfavore della Montana, che però fa comunque onorevolmente bene la sua parte.

I freni sono stati una piacevole sorpresa, e si allineano perfettamente al carattere della bici, tuttavia il disco posteriore da 180mm è stato sostituito da me con un'unità da 203, mentre l'impianto è rimasto quello di serie, il nuovo Tektro Orion-F 4P con pinze a 4 pistoncini.

Al pari della ciclistica, sono sì potenti e "presenti", ma sempre molto "smooth", pastosi e progressivi.  Il mordente per fare nose-press c'è senza problemi, ma allo stesso tempo sono molto modulabili e dolci, se si accarezza la leva.  Le leve, poi, sono del tipo "lungo", con presa a due dita per intenderci. Da ex motociclista, non sono mai riuscito ad entrare in sintonia con le leve "single finger", quindi posso solo dirmi soddisfatto del feeling che questi pompanti con leve lunghe restituiscono alle dita.

Non c'è stata occasione di mettere i freni alla frusta su lunghe discese in quanto il forte innevamento ci ha impedito di raggiungere quote elevate, quindi non posso esprimermi ancora sulla resistenza al surriscaldamento.

 

Confronto con la Rose Kittata Bafang

Insomma, questa Montana va meglio o peggio della vecchia Rose “bafanghizzata”?

Nè meglio nè peggio; è diversa.

E' meno svelta, è meno schiacciasassi, ma allo stesso tempo è più scorrevole e permette di copiare con più calma, regalando una piacevole sensazione di galleggiamento.

Offre prestazioni enduristiche inferiori (ma, a onor del vero, va detto che il confronto è stato fatto con una delle regine dell'enduro) ma regala un incedere più vellutato. Il suo carattere decisamente equilibrato e il suo bilanciamento ben centrato, la rendono facilmente sfruttabile e permettono anche a rider di esperienza non elevata di sfruttare ogni goccia del suo (comunque non basso) potenziale. Volendo fare un parallelo in ambito motociclistico, somiglia moltissimo ad una Honda CBR, una moto sportiva le cui prestazioni pure sono sulla carta inferiori alle avversarie, ma il cui carattere, facile ed equilibrato, permette a chiunque di spremere il 100% del suo potenziale con molto meno stress di quello richiesto per domare mostri prestazionalmente più dotati, col risultato di andare ugualmente molto, ma MOLTO forte e divertendosi di più.

Per il mio personale modo di vedere e di intendere la emtb, visti anche i trail del mio territorio (Trentino e Alto Garda), credo che con qualche upgrade che possa innalzarne (ma non troppo) le doti enduristiche sarebbe perfetta, ma appunto non troppo da snaturarne l’eccellente bilanciamento, che è alla fine la sua arma vincente ed il suo punto di appeal più forte.

Gianfranco Tripodo

 

La nostra valutazione

  • Comfort 8
  • Maneggevolezza 6
  • Stabilità 9
  • Percorso scorrevole 9,5
  • Percorso accidentato 9
  • Salita 7,5
  • Discesa 7,5
  • Lunghe distanze 7
  • Finitura 6,5
  • Equipaggiamento/prezzo 7


Circa l’autonomia, ci asteniamo da dare un giudizio in quanto troppo influenzata da parametri variabili, non ripetibili.
Similmente, ci asteniamo da dare un giudizio estetico, perché troppo personale.