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2020/02/05

FANTIC INTEGRA XF1 170 Enduro Special MY2020

Sicuramente vi state domandando: 170 Special?  Mai sentita! È forse un nuovo modello?  Ebbene, la risposta è sia sì, che no.  In realtà non è un nuovo modello, bensì un modello unico, diciamo un laboratorio per test e nello stesso tempo un gioco per ragazzi cresciuti o, se vogliamo, per adulti mai cresciuti!

 

Era da parecchio tempo che volevamo farci una special, una ebike studiata e realizzata secondo le nostre esigenze. Nel mondo delle mtb ci sono tantissimi appassionati che partono da un telaio e si costruiscono la loro personale bici, ma nel mondo ebike questo non è altrettanto facile a causa del fatto che nessuna casa produttrice vendeva il solo gruppo telaio/motore/batteria. Da poco tempo SPECIALIZED e MDE hanno proposto al mercato tale gruppo telaio/motore/batteria, per cui ci è venuta voglia di acquistarlo per cimentarci nella realizzazione di una nostra e-mtb, sulla quale montare componentistica un po’ particolare, buona anche per fare test e relative recensioni (come già sapete, noi non veniamo pagati per scrivere le nostre impressioni sui prodotti e spesso li acquistiamo per uso personale).  Tuttavia, quando abbiamo scoperto il prezzo preteso, specie da parte della casa californiana, abbiamo preso atto che sarebbe stato molto più conveniente partire da una ebike completa, smontarne i componenti (in modo da poterli rimontare al momento della rivendita oppure poterli vendere singolarmente) e sostituirli con altri di nostro gusto. E così abbiamo fatto.

Siamo quindi partiti da una FANTIC XF1 INTEGRA Enduro 160 base (dotata del validissimo motore BROSE S-Mag, alimentato ad una batteria da 630Wh e inserito in un ottimo telaio in alluminio con rinnovata geometria del carro - leggermente più pesante di un telaio di carbonio, ma meno delicato), della quale abbiamo mantenuto, oltre al valido gruppo telaio/motore/batteria, anche l’eccellente trasmissione SRAM NX e-click Eagle 12V, con pignone maggiore da 50 denti, e i componenti del canotto di sterzo.

 

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Adesso passiamo ad analizzare, uno per uno, i componenti montati e a darvi le nostre impressioni d’utilizzo, tenendo in considerazione che il proprietario/tester ha passato da tempo la sessantina, pesa 86 kg per 1,86m di altezza, predilige i sentieri di collina e di montagna (specie in discesa) oltre ai bike-park non esageratamente incazzati (tanto per intenderci, va bene la DH donne a Finale Ligure, mentre della DH uomini si può anche fare a meno e lasciarla ai più giovani e rampanti, perché gli anni si fanno sentire e quando si cade, non si rimbalza più come una volta, purtroppo!) e invece non gradisce fare tanta chilometri su strade bianche o, peggio ancora, su asfalto.

Freni: la scelta è caduta sui FORMULA CURA 4 (Rideformula), in alternativa agli SHIMANO SAINT che avevamo montato e molto apprezzato sulla ebike precedente (una GIANT). Si tratta di un prodotto nazionale, molto ben realizzato e dal prezzo ragionevole. In altre occasioni avevamo già testato con soddisfazione i FORMULA CURA (che si differenziano dai CURA 4 principalmente per il fatto di avere 2 pistoncini, anziché 4), che avevano garantito frenata corposa, silenziosità, modulabilità e resistenza alla fatica al top.

La scelta dei CURA 4 con dischi da 203 mm, anziché i CURA è stata dettata essenzialmente dal peso elevato del tester e della bici e dall’utilizzo primariamente in montagna, con discese anche lunghe ed impegnative (quando in estate gli impianti di risalita sono aperti, il loro sfruttamento permette di fare giri belli, lunghi e con tante discese, ma drammatici per l’impianto frenante). Avevamo anche preso in considerazione la possibilità di montare dischi flottanti oppure i dischi da 220 mm, ma abbiamo desistito dopo averli provati su un altro impianto frenante montato su una GIANT TRANCE E-SX PRO (vedi la nostra recensione in merito: Giant Trance E-SX Pro ).

 

I FORMULA CURA 4, accoppiati ai loro specifici dischi originali, si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, migliorando ancora le prestazioni dei CURA a due pistoncini e non facendoci rimpiangere di non aver scelto i SAINT. In particolare, ci ha soddisfatto la eccellente modulabilità, che non viene a mancare anche dopo lunghe discese, di quelle ove non è mai possibile mollare per far raffreddare i freni. Insomma, come detto sopra per i CURA, i CURA 4 sono ancora più performanti in relazione a frenata corposa, silenziosità, assenza di vibrazioni, modulabilità e resistenza alla fatica. Inoltre, lo sforzo alla leva è modesto e costante nel tempo e la leva ci piace per la sua conformazione. Abbiamo anche provato le pastiglie GALFER Red, in alternativa a quelle originali, e la resa è stata ottima.

 

Forcella: la scelta è caduta sulla SR SUNTOUR Durolux , con escursione da 170mm, ma non quella originale (già molto valida), bensì quella preparata dalla ditta LIPPOLIS SUSPENSIONS, che provvede ad una sostanziale modifica della cartuccia e alla lavorazione di altri componenti strategici. Questa decisione è la conseguenza del positivo test che avevamo effettuato con questa forcella (vedi Lippolis Sospensioni dalle moto all'Ebike). C’era passato per la testa anche l’idea di montare l’innovativa forcella della MOTION RIDE (vedi Test Motion Ride una sospensione diversa dal solito), che garantisce un comportamento molto sicuro nelle frenate in discesa, situazioni nelle quali ciclisti pesanti e avanti con gli anni hanno le maggiori difficoltà e timori, ma il prezzo, il peso e la stranezza ci hanno fatto desistere. In realtà, la DUROLUX montata, che dalla sua ha il vantaggio di avere i foderi in lega di magnesio – il che significa minori masse non sospese - non è esattamente uguale a quella del nostro precedente test, in quanto noi abbiamo apportato una ulteriore modifica, inserendo nella camera aria un set di “spugnette” ABS Fork della DEANEASY, anche in sostituzione dei token originali. Il risultato di questa modifica è stato veramente notevole, migliorando la già eccellente capacità di assorbimento degli urti e garantendo galleggiamento e sostegno nei passaggi più tecnici al di sopra delle aspettative. Scorrevolissima sulle asperità medio piccole e consistente su quelle più alte. ABS Fork: poca spesa, ma tanta resa!! E della forcella SR SUNTOUR Durolux preparata da Lippolis: soddisfattissimi!

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Manubrio: volevamo provare a montare un manubrio in carbonio, perché in molti affermano che smorza le vibrazioni e migliora il confort. Non avendo velleità agonistiche, ci siamo orientati su un prodotto che fosse di buona qualità e reputazione, ma che non costasse uno sproposito. Confessiamo che la scelta è stata determinata dal fatto di averne trovato uno in offerta promozionale, a poco più della metà del prezzo di listino, e cioè un ONOFF Stoic Carbon con attacco da 35 mm e larghezza 780 mm. E’ ben rifinito, bello da vedere e sembra robusto. All’atto pratico, fa quello che deve fare un manubrio, cioè collegare le nostre mani alla forcella, e probabilmente smorza le vibrazioni, ma sinceramente non siamo così sensibili da capire le differenze rispetto ad un manubrio in alluminio. Diciamo che ci siamo tolti lo sfizio!

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Attacco manubrio: ci siamo orientati su una pipa SB3 FLOWY da 50 mm di lunghezza. Rispetto alla pipa originale, abbiamo preferito montarne una un po’più lunga, in considerazione del fatto che la FANTIC taglia L per una persona di 1,86 m di altezza è al limite e la pipa lunga aiuta a tenere l’avantreno più attaccato al terreno in salita e meno nervoso in discesa. All’atto pratico, siamo molto contenti della scelta fatta.

Manopole: scelta molto impegnativa 😊, visto l’enorme numero di proposte che il mercato offre, ma alla fine abbiamo acquistato delle SRAM Locking Grips. Perché? Perché ci piaceva il colore e la trama della superficie e costavano il giusto. Sono belle da vedere e da usare e facili da montare e smontare. Scelta azzeccata, sebbene non ci soddisfino del tutto i tappi alle estremità.

Reggisella telescopico: in questo caso ci siamo rivolti alla ONE UP , piccola ed eclettica ditta canadese, che produce alcuni accessori per mtb di ottima qualità, ad un prezzo tutto sommato ragionevole. Abbiamo apprezzato la possibilità di poter regolare la corsa (nel nostro caso a 170 mm), la buona scorrevolezza, l’assenza di rotazione dello stelo e la solidità. Un prodotto poco conosciuto, ma assolutamente valido.

 

Sella: avremmo anche potuto fare a meno di cambiare quella originale, ma ci intrigava l’idea di montare una sella studiata specificamente per le e-mtb, con le quali si pedala in salita stando quasi sempre seduti, anche su pendenze importanti. Quindi, abbiamo scelto la PROLOGO Dimension NDR, che all’atto pratico si è dimostrata comoda ed efficiente. Tuttavia, a posteriori, non possiamo dire che valesse realmente la pena di sostituire l’originale, in quanto le differenze non sono sostanziali. Tutto sommato, il nostro sedere, dopo un certo numero di chilometri, si adatta alla forma della sella ed essa non viene a incidere più di tanto sul divertimento (altro conto sarebbe se uno si ritrovasse con una sella montata all’origine incompatibile con la propria anatomia, ma a noi non è mai successo).

 

 

Ammortizzatore: anche per questo componente abbiamo voluto optare per qualcosa di diverso, lasciando perdere i vari e validissimi Olhins, Fox, RockShox, ecc. e puntando su un prodotto appena presentato da LIPPOLIS SUSPENSIONS. Si tratta di un ammortizzatore a molla con serbatoio separato, realizzato con cura artigianale e messo a punto da Lippolis stesso sulle specifiche necessità della singola accoppiata ebike/biker (nel nostro caso, visto che l’escursione della forcella è 170 mm, ci siamo fatti fare un ammo con escursione alla ruota di 170 mm). Oltre a funzionare veramente bene, è anche bello da vedere e da maneggiare. Cosa si può pretendere di più? 

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Magari, per le nostre capacità e necessità, sarebbe stato più che sufficiente un buon ammortizzatore ad aria, più facile da tarare e più adattabile ai differenti terreni d’utilizzo, ma volete mettere quanta soddisfazione dona, tutte le volte che la si guarda, quella molla colorata di bianco, montata su un corpo idraulico in alluminio anodizzato rosso lavorato di macchina, con pomellini di regolazione blu, incastonata nel centro del telaio, che fa così tanto racing! Irresistibile! E, comunque, un buon ammortizzatore e una buona forcella, settati bene, sono manna dal cielo e noi li abbiamo veramente apprezzati.

 

Pedali: i pedali sono l’unica cosa che abbiamo riciclato dalla precedente bicicletta. Parliamo dei pedali magnetici MAGPED Enduro (Magped), di cui eravamo così soddisfatti che abbiamo ritenuto non necessario cambiarli. Se volete saperne di più, potete leggere la nostra recensione qui: Pedali a doppio magnete Magped.

Ruote: avendo testato ormai da tempo e con soddisfazione (vedi: Recensione ruote Roky, dischi Ashima Flotor e pacco pignoni Sun Race) le ruote con cerchi in carbonio BIKEONLINE e considerando il fatto che avevamo deciso di montare le mousse proteggi cerchio, abbiamo ritenuto di ripetere l’esperienza positiva. D’altra parte, esse sono assemblate in Italia dalla BIKEONLINE con componenti di prima qualità, come i mozzi DT SWISS 350 Straightpull (DT Swiss), i raggi piatti Alpina e i cerchi in carbonio versione enduro costruiti su specifiche BIKEONLINE e si sono dimostrate leggere e robuste. What else?

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Mousse: ci sono una infinità di proposte per quanto riguarda i “salsicciotti” antiforatura e ogni produttore decanta le qualità dei propri, come è giusto sia. A nostro avviso una mousse deve essenzialmente svolgere tre funzioni: coadiuvare il pneumatico nell’azione di aderenza al terreno, proteggere il cerchio contro gli urti, rendere il pneumatico meno soggetto alle forature. Fino a poco tempo fa, prima dell’avvento delle mousse, la funzione di antiforatura era demandata esclusivamente al liquido sigillante, che nella maggior parte dei casi svolgeva bene la sua funzione, salvo il caso di tagli profondi, specie sul fianco. Tuttavia, il liquido sigillante ha una serie di inconvenienti pratici, ad esempio il rabbocco, la difficoltà di gestione nel cambio gomme ecc., e poi nulla può in caso di pneumatico sgonfio e non protegge il cerchio in alcun modo dagli urti. Le mousse attualmente sul mercato svolgono più o meno bene il loro compito, ma quasi sempre vanno utilizzate in combinazione con il liquido sigillante, in un’azione sinergica. Noi avremmo scelto i CushCore, avendoli utilizzati molto a lungo e con grande soddisfazione (sarà che la mentalità da ingegnere ci porta sempre alla ricerca della soluzione tecnologica più sofisticata, ma proprio non ci convincono le mousse a sezione tonda, traslate dalle motociclette e troppo banali, oltre che talvolta assurdamente care!), ma una motivazione principale ci ha indotto a non farlo: la difficoltà al montaggio e l’ancor maggiore difficoltà allo smontaggio mal si combinano con la relativa fragilità dei cerchi in carbonio, specialmente se sollecitati sui bordi con leve robuste e grande sforzo. Allora, cosa scegliere? Stavamo optando per le mousse Anaconda, che rappresentano un buon compromesso tra efficacia, durata e prezzo, ma poi un amico, del cui giudizio tecnico ci fidiamo, ci ha detto di aver montato da poco un nuovo prodotto e di esserne molto soddisfatto. Incuriositi, abbiamo approfondito l’argomento e, voilà, dalla lampada di Aladino è uscito il genio che ha soddisfatto i nostri desideri. Le mousse in questione sono le TANNUS Armour (https://www.tannusitalia.it/pages/armour), che hanno la caratteristica di essere montate in accoppiata con la camera d’aria tradizionale. Prodotti simili ce ne sono già in commercio, ma queste hanno una serie notevole di vantaggi: sono facilissime da montare; proteggono molto bene da forature ed urti; irrigidiscono la spalla, ma sono morbide nella porzione di pneumatico a contatto con il terreno, migliorando l’aderenza e il confort; nell’improbabile caso di foratura si può procedere a pneumatico sgonfio o si può cambiare camera d’aria; non c’è liquido sigillante nella gomma; costano poco; sono leggere. 

 

Durante l’uso, le Tannus hanno dimostrato ottime doti dinamiche, collaborando efficacemente con le sospensioni per spianare le asperità del terreno, con un consistente miglioramento del confort, dell’aderenza e del galleggiamento. Bingo! Noi, che eravamo innamorati di CushCore, abbiamo trovato un’alternativa di tutto rispetto, pur essendo diametralmente opposta a livello di concezione tecnica, anche se dobbiamo riconoscere che i CushCore irrigidiscono e proteggono molto di più la spalla e il cerchio, dando la sensazione in curva, pur con pressioni basse, di avere un penumatico da down hill con carcassa rigida sebbene si utilizzi una gomma leggera e flessibile. Purtroppo, dopo soli 550km (e 4 forature!) le abbiamo smontate e abbiamo constatato che lo spessore della gomma foam a contatto con il copertone si è ridotto a meno della metà e presenta numerose lesioni, specie nella ruota posteriore. Ne deduciamo che queste mousse non sono adatte per un uso intenso su percorsi fuoristradistici impegnati, soffrendo il carico e gli urti. Probabilmente sono adatte per un uso turistico su strade bianche.

Copertoni: nei nostri test abbiamo provato tanti tipi diversi di pneumatici e se dovessimo dar retta a quello che è universalmente sostenuto nei blog la scelta sarebbe dovuta cadere sui MAXXIS DHF/DHF o su SCHWALBE Magic Mary, che sono indubbiamente ottime gomme, tuttavia a noi piace cantare fuori dal coro (forse l’avevate già intuito, vero?!) e quindi abbiamo scelto qualcosa di diverso. Perché? Per tre motivi principali: i due modelli citati tengono molto bene, ma nel fango si intasano presto; sono poco scorrevoli; hanno una carcassa e dei fianchi molto robusti, che mal si adattano all’utilizzo con le mousse. Allora, molto meglio montare una gomma studiata specificamente per le ebike in combinazione con le mousse, più leggera e flessibile e con una spaziatura dei tasselli ampia e dotata di una mescola più resistente all’usura. La scelta è caduta sulle CONTINENTAL Der Baron che abbiamo già utilizzato a lungo su altre e-mtb, con ottimi risultati. In particolare, ci è piaciuta la capacità di mantenere aderenza in ogni condizione di terreno anche quando la tassellatura incomincia ad abbassarsi. E’ un prodotto affidabile e molto equilibrato, adatto per chi vuole un pneumatico buono per tutte le stagioni, con notevoli doti di tenuta, ma anche ragionevolmente scorrevole.

 

Nota: ci sono sempre discussioni sul peso delle biciclette e si spendono cifre assurde per risparmiare pochi grammi su componenti come telaio in carbonio. manubri, selle ecc., ma ci si dimentica che due fattori in termini di peso sono importanti per avere una ebike che lavori bene sullo sconnesso e che consumi meno energia: la riduzione delle masse non sospese (per intenderci, ruote e foderi forcella) e la riduzione delle masse in rotazione lontane dal fulcro ruota. Per questi motivi bisognerebbe concentrarsi sul peso delle ruote, in particolare dell’accoppiata cerchi, mousse e pneumatico. Quelli fanno veramente la differenza!

Batteria supplementare: la Fantic XF1 Integra monta già di serie una batteria di ragguardevole capacità (630Wh), che garantisce lunghe escursioni, ma si sa: la carica della batteria è come la droga, più ne hai e più ne vorresti! Quindi, quando abbiamo sentito parlare della batteria ausiliaria proposta da Guido Medana, inserita nella parte superiore del tubo obliquo, ci siamo detti: perché no? Purtroppo, non è sufficiente proporre un buon prodotto, bisogna anche renderlo tempestivamente disponibile alla clientela, per cui, quando abbiamo scoperto che ci sarebbe voluto troppo tempo per averla, ci siamo ricordati che alla BM Racing, di cui avevamo testato la batteria/borraccia (vedi: Batteria o borraccia), il titolare Mauro Bertana ci aveva parlato di un prototipo di batteria supplementare interna, fermo da mesi su uno scaffale. Lo abbiamo chiamato e nel giro di due giorni, nel nostro telaio è comparsa una compatta batteria da 250 Wh, perfettamente integrata e invisibile dall’esterno. La presenza della batteria extra è svelata solo dal cavo e presa per la ricarica, piazzati vicino al manubrio, accoppiati al tubo del freno posteriore, e dal pulsante on/off sistemato sul ramo destro del manubrio. 

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Non la si nota affatto e funziona perfettamente! In questo modo, ci resta il porta-borraccia disponibile per piazzarci una vera borraccia per dissetarci! Ottimo, proprio quello che ci voleva per andare a partecipare alla Roc d’Azur senza portarsi appresso una batteria extra o il carica batteria (per inciso, alla fine della gara avevamo ancora una capacità residua di quasi il 30%, cioè circa 250Wh).

 

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Alla fine di tutta questa bella disquisizione, immaginiamo ci vogliate domandare: siete contenti del risultato? E, tutto ciò, quanto vi è costato?

Ebbene, dopo averla messa alla frusta durante la Roc d’Azur, siamo arrivati al traguardo con un gran sorriso sulle labbra e con i polsi per niente affaticati, molto soddisfatti in particolar modo per il comportamento della ciclistica sullo scassato tosto, sia veloce che lento, sia in discesa che in salita, senza mai trovare il limite delle sospensioni e con una maneggevolezza oltre le aspettative.  Inoltre, al di là dell’efficacia dei componenti scelti, che migliorano di molto le caratteristiche dinamiche, il confort e l’autonomia della nostra e-mtb, c’è la grande soddisfazione e il piacere di esserci costruiti addosso l’ebike dei nostri sogni, frutto di ricerche e discussioni infinite, che fanno parte del bello di questo sport meraviglioso, diventando qualcosa di nostro e di veramente personale, quasi intimo!

 

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Per quanto riguarda il costo, vi diciamo che partendo da una Fantic XF1 Integra 160 Enduro base, supponendo di acquistarla al prezzo scontato che un normale rivenditore pratica in questi giorni e sommando il costo di tutti i componenti sopra descritti, si arriva alla ragguardevole cifra di 8.000 Euro circa, che non è poco, ma è sempre meno di molte ebike in commercio, montate più modestamente, e in più vi rimangono a disposizione tutti i componenti che sono stati smontati: nuovi e rivendibili o rimontabili nel momento in cui si andrà a vendere la e-mtb in questione.

Per concludere, non è certo un grande affare, ma non è neanche un pessimo affare ed è sicuramente una soddisfazione che non ha prezzo! E noi siamo felici come dei bambini!

Mario Codecà

PS: se volete visionare tutte le foto relative a questa Fantic XF1 170 Special, potete visionare il post sulla nostra pagina su FaceBook.

 

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